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Documentario

23 trentine

Regia: 
Maurizio Tomasi
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2008
Sinossi: 

Il video propone le testimonianze di ventitre donne trentine o di origine trentina di diverse fasce di età, raccolte fra Stati Uniti e Canada, che raccontano in prima persona alcuni aspetti della loro esperienza nel mondo dell’emigrazione: l’entusiasmo o la disperazione di fronte all’impatto con una realtà totalmente diversa da quella trentina, le fatiche per conciliare lavoro e famiglia, la speranza di creare migliori prospettive per i figli, la nostalgia per i luoghi d’origine, la volontà di tramandare valori e principi morali imparati dai genitori, l’importanza della solidarietà per trovare conforto e stimoli per affrontare le situazioni difficili, le opportunità di emancipazione offerte dalla nuova patria, l’intuito e l’intraprendenza femminile messe al servizio della comunità, attraverso il lavoro e l’impegno nell’associazionismo.
Il video è stato prodotto dall’Associazione Trentini nel mondo onlus in occasione della diciottesima “Convention ITTONA” che si è svolta a Solvay (New York – USA) nel 2008, l’appuntamento che ogni due anni riunisce in una diversa località del Nord America i Circoli trentini di Stati Uniti e Canada.

Inside Buffalo (They served America when America was not to ready to serve them)

Regia: 
Fred Kudjo Kuwornu
Paese di produzione: 
Italia/USA
Anno: 
2010
Durata: 
73'
Locandina: 
Sinossi: 

Inside Buffalo è un film documentario del 2010, scritto e diretto da Fred Kudjo Kuwornu.
Il regista italoghanese, dopo aver partecipato al film "Miracolo a Sant'Anna" di Spike Lee, decide di produrre un documentario su alcuni soldati della 92ª Divisione di fanteria americana, soprannominata "Buffalo", che ha perso molti uomini a Montecassino, combattuto sulla linea gotica ed ha contribuito alla liberazione di Lucca, La Spezia, Genova e altri paesi tra la Versilia e Garfagnana alla fine della seconda guerra mondiale.
Il racconto si amplia a ricostruire, non solo questi momenti storici della guerra, ma anche una parte importante della storia afroamericana nell'ambito della lotta per i diritti civili e nell'evolversi della realtà americana contemporanea.
Vengono riunificati con mano felice materiali diversi che danno conto del razzismo, della discriminazione, della solidarietà immediata tra poveri, degli episodi di valore in guerra, della lotta per veder riconosciuti i propri diritti: avevano combattuto per l'America e al loro ritorno dovevano ancora sedersi in fondo all'autobus.
Sono spezzoni di video girati negli anni Quaranta, interviste ai militari afroamericani, ai partigiani che gli fecero da guida, ai sopravvissuti italiani della strage di S.Anna di Stazzema (e agli interpreti del film di Lee), ai bambini di allora che temevano 'l'uomo nero', a storici o politici locali italiani, qualche breve inserto di fiction per illuminare il racconto, immagini della propaganda razzista del fascismo, altri filmati recenti con le lotte per i diritti civili e poi con le cerimonie di memoria in Italia, la commozione per le medaglie al valore ricevute solo mezzo secolo più tardi, durante l'amministrazione Clinton, l'orgoglio per l'afroamericano diventato Presidente.

Il docufilm ha vinto il premio come miglior documentario al Festival internazionale del cinema di Berlino.

Mineo Housing

Regia: 
Cinzia Castanía
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2012
Durata: 
60'
Locandina: 
Sinossi: 

In mezzo a una distesa di agrumeti, nel cuore della Sicilia, a ridosso di una statale vagano sull'asfalto dei giovani immigrati. Costeggiano lunghe recinzioni oltre le quali si disegnano infilate di villette dai colori pastello, sembrano finte. Un nuovissimo Centro di Accoglienza nato sull’onda di una emergenza improvvisa. Un residence a 5 stelle, ex residenza dei militari Usa della base NATO di Sigonella. Il paese più vicino è Mineo 4.000 abitanti, molti dei quali sono stati emigranti, mostrano comprensione, criticano chi li rifiuta, ma si chiedono cosa ci fanno lì.
Il sindaco racconta come il nostro governo ha deciso di isolare circa 2000 stranieri, dell’assurdità di quel recinto. Gli fa eco un tunisino, lucido e consapevole di essere prigioniero, del nulla che ha intorno.
A poco a poco, si mette a fuoco un filo spinato, la mancanza di servizi, l'incapacità della politica di costruire un sistema di accoglienza libero da interessi economici.
Gli immigrati con le loro riflessioni, la loro sete di comunicazione, di libertà negata per mesi, nell’attesa estenuante di una commissione che accolga le loro richieste e che li liberi da quello stato di sospensione, di non-vita, per riavere il loro tempo.

Mare deserto

Regia: 
Emilano Bos e Paul Nicol
Paese di produzione: 
Svizzera
Anno: 
2012
Durata: 
53'
Locandina: 
Sinossi: 

Mare Deserto è stato trasmesso a Strasburgo nella sede del Consiglio d’Europa che ora indaga sulle responsabilità per i profughi abbandonati nel Mediterraneo durante la guerra in Libia. Si tratta di un'inchiesta della televisione Svizzera Italiana che, attraverso testimonianze e documenti, ricostruisce l'incidente avvenuto a fine marzo 2011, quando 72 migranti partirono da Tripoli su un gommone e, finito il carburante, andarono alla deriva. Malgrado l’allarme della Guardia costiera italiana, vennero lasciati senza acqua e viveri per due settimane nel Canale di Sicilia, mentre il Mediterraneo era solcato da numerose navi militari della Nato e dopo che un elicottero militare aveva gettato loro bottiglie d’acqua e un po’ di biscotti. Per poi andarsene e non tornare. Nessuno prestò soccorso ai profughi, provocando la morte di 63 persone.
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Il documentario viene proiettato il 19 febbraio alle 20.30, al cinema Astra, corso Buonarroti 16, Trento, in collaborazione con Amnesty International, Gruppo Italia 150, Trento.
Interviene il regista Emiliano Bos.

Manoorè

Regia: 
Daria Menegozzi
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2005
Durata: 
54
Locandina: 
Sinossi: 

Presentato a Torino nella sezione concorso “Doc 2005”, “Manoorè” di Daria Menogozzi è un documentario sul lavoro nell’epoca della globalizzazione attraverso la voce di tre donne sindacaliste Awa, Rita e Catherine provenienti dal Senegal, dal Brasile e dalla Malesya. Queste tre donne si sono incontrate all’OIL, l’Organizzazione Internazionale del lavoro, che ha sede a Torino, dove esponenti del mondo del lavoro, provenienti dai paesi investiti maggiormente dal processo di globalizzazione, si confrontano e discutono. Attraverso la storia di queste tre donne, giunte a Torino per studiare i problemi e le sfide che la globalizzazione pone al mondo del lavoro, il documentario riflette sugli esiti drammatici e sulle conseguenze tragiche che ha la globalizzazione, soprattutto, nei paesi del Sud del Mondo.
Le storie di queste tre donne sono il punto di partenza ed il nucleo del film: le vediamo all’opera nei loro paesi, nelle loro famiglie, nelle sedi dei sindacati, nelle fabbriche, per raccontarci la loro esperienza professionale e la loro vita privata. Si parla di precarietà e diritti del lavoro, di protezione sociale e di povertà femminile. Emerge la forte necessità di superare un sistema economico, sociale e politico basato sullo sfruttamento e sulla discriminazione e di proporre un nuovo concetto di globalizzazione basato su diritti e regole internazionali in modo tale che questi diventino la priorità per tutti i paesi del mondo sostituendo le priorità legate al mercato e al business.
“Manoorè” è un documentario che dà voce a chi ha sta vivendo e subendo una globalizzazione che non ha deciso e scelto. L’autrice ha dichiarato: «Manooré, in lingua woolof significa “le tue grandi capacità”. Awa, Rita e Catherine sono 3 donne sindacaliste e sono le 3 protagoniste del film. Le donne, da sempre considerate erroneamente l’anello debole della catena economica e sociale, si battono, si organizzano, si coalizzano, partendo da tutte le latitudini. Lottano per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che oggi, al tempo della globalizzazione, sono più che mai annullati»
Tratto da http://www.nonsolocinema.com/Manoore-di-Daria-Menegozzi.html, di Giovanni Santoro

La nave dolce

Regia: 
Daniele Vicari
Paese di produzione: 
Italia Albania
Anno: 
2012
Durata: 
90
Locandina: 
Sinossi: 

Fu il primo grande sbarco di stranieri in Italia. Non profughi o migranti, ma esseri umani in cerca di un futuro migliore o curiosi di una terra divisa da un breve braccio di mare dalla loro. È la vicenda della nave Vlora, arrivata a Bari l’8 agosto 1991, raccontata da Daniele Vicari nell’ottimo documentario “La nave dolce”. Un film costruito intervistando al giorno d’oggi alcuni dei protagonisti di quelle giornate e con tanti materiali d’archivio, soprattutto riprese dei cameraman delle tv locali pugliesi. Quelli furono pochi giorni che segnarono la fine dell’età dell’innocenza del nostro Paese per ciò che riguarda l’immigrazione. Non era il primo sbarco massiccio di stranieri e c’erano già stati parecchi viaggi della speranza finiti male, per terra o nelle acque del Mediterraneo. In quelle giornate d’agosto avvennero però fatti nuovi. L’Italia si trovò impreparata e divisa tra l’accoglienza (del Comune di Bari, di molti cittadini) e la durezza (stringe lo stomaco e fa vergognare il comportamento del Presidente Cossiga in visita in Puglia). Alla fine, dopo giornate di passione, di sofferenze, sogni andati in fumo, scorribande di criminali, fughe rocambolesche, gran parte di coloro che avevano tentato l’avventura in Italia furono rimpatriati con la forza.
Vicari parte dal mercantile che attraccò a Durazzo carico di zucchero proveniente da Cuba e che venne assaltato dalla folla. L’imbarcazione stipata all’inverosimile, senza cibo e senza acqua, fu costretta a prendere il largo verso l’Italia, per approdare, con il motore principale in avaria, al porto di Bari. Seguono le scene rimaste nell’immaginario per le foto (anche di Luca Turi, tra i testimoni del film) e le immagini di persone che si buttavano dai parapetti. Riuniti sul molo, i circa 20.000 albanesi (un numero preciso non esiste) furono trasferiti (chi non riuscì a scappare e far perdere le proprie tracce) nello stadio San Nicola e là rinchiusi in uno stato d’emergenza.
Vicari alterna le immagini di allora alle interviste al giorno d’oggi, utilizzando l’accorgimento di filmare tutti davanti a uno sfondo bianco e non spiegare chi siano: la loro storia e il loro ruolo allora emerge dal racconto, che si tratti di un ragazzino albanese, di un assessore comunale o di un ispettore di polizia. Tra loro spiccano Kledi Kadiu, allora giovane studente di danza e ora volto noto della televisione che fu rimpatriato e riuscì a tornare in Italia pochi anni più tardi, e il regista Robert Budina.
Un film che racconta della transizione dell’Albania ma anche molto dell’Italia: fa sorridere, commuovere e indignare. Il regista collega quei fatti all’oggi ma senza inutili moralismi e sottolineature. Un documentario forte, solido, avvincente e da vedere, che ci aiuta a rimettere insieme tasselli di memoria e riflettere su chi siamo e come ci poniamo rispetto agli stranieri che arrivano.
Da http://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/La-nave-dolce-125872

Adisa o la storia dei mille anni

Regia: 
Massimo Domenico D'Orzi
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2004
Durata: 
80
Locandina: 
Sinossi: 

Adisa è una bambina ma fa parte di quel popolo dei rom ancora oggi misterioso e sconosciuto ai più.
Il documentario, nato per documentare la vita, la storia, la cultura del popolo rom all'interno delle comunità della Bosnia Erzegovina, un paese in cui le ferite della guerra sono ancora aperte, riesce a cogliere la dimensione più profonda e misteriosa che è la vera essenza di quel popolo e della sua cultura, lasciando ai rom il diritto di testimoniare la propria presenza nella Storia.

Solo silenzio

Regia: 
Massimo Manincor, Sara Perugini, Luigi Tonezzer
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2006
Durata: 
15
Sinossi: 

“Il cinema è molto importante per noi. Significa essere vivi”: Razi e Sohelia Mohebi hanno una piccola casa di produzione cinematografica in Afghanistan. Non è facile, nei loro lavori, parlare della vita e delle difficoltà del loro paese: subiscono ripetutamente delle minacce e un giorno Razi viene addirittura rapito e picchiato. Durante la realizzazione di un film-documentario sull’uccisione di tre giornaliste arrivano in Italia, ospiti del Religion Today Filmfestival. È la loro fortuna: in quei giorni la loro casa di produzione viene chiusa ed essendo troppo pericoloso ritornare in Afghanistan, si trovano a dover ricominciare una nuova vita a Trento.

I nostri anni migliori

Regia: 
Matteo Calore e Stefano Collizzolli
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2011
Durata: 
45 minuti
Locandina: 
Sinossi: 

Nel racconto di cinque ragazzi tunisini, incontrati a Manduria, Mineo e Palazzo San Gervasio, un’intera vita soffocata sotto il regime di Ben Ali, la rivoluzione inaspettata e dirompente che l’ha messo in fuga. Poi la possibilità di partire, per alcuni a lungo sognata e per altri solo improvvisata.
Gli anni migliori sono i loro: quelli di una generazione di giovani cui per troppo tempo è stata negata la libertà, e che hanno deciso di provare a prendersela fino in fondo.
http://inostriannimigliori.wordpress.com/

La vita che non CIE

Regia: 
Alexandra D'Onofrio
Paese di produzione: 
Italia-Fortress Europe
Anno: 
2012
Durata: 
20+18+15
Locandina: 
Sinossi: 

Un bambino di cinque anni che si ostina a chiedere alla mamma dov'è finito papà e perché non torna più a casa. Le mani di un ragazzo innamorato che tremano scosse dalla rabbia in una gabbia, un attimo prima della rivolta. E il limbo di un uomo che da ex prigioniero si prende cura degli amici ancora dietro le sbarre, contando i giorni che mancano alla loro uscita. Sono le storie di Kabbour, Nizar e Abderrahim. Tre nomi per raccontare le vite che stanno dietro alle statistiche della macchina delle espulsioni. Così la regista Alexandra D'Onofrio prova a ribaltare l'estetica della frontiera. Affinché i numeri del Viminale tornino a essere uomini e donne in carne e ossa. Con una storia che va oltre il Cie, che ha un prima e un dopo, un dentro e un fuori la gabbia. E con un dato universale, che sia l'amore, la paternità o la solitudine, in cui tutti noi ci possiamo identificare per avere la certezza che nel 2012 viaggiare non è e non può essere un reato.
Dal sito http://fortresseurope.blogspot.it/2012/03/tre-corti-sui-centri-di-identi...

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