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Creolizzare l'Europa. Letteratura e migrazione

Editore: 
Meltemi
Luogo di edizione: 
Roma
Anno: 
2003

Recensione: 

In Italia viviamo oggi l'esperienza della prima ondata dei migranti e dei loro scrittori, che si esprimono in una lingua diversa da quella di provenienza, pur continuando a vivere nella memoria la prima parte della propria esistenza altrove, in patria. Questo ci consente di assistere a un evento, intellettuale e identitario, straordinario: la nascita di una forma di letteratura meticcia. I suoi protagonisti non appartengono a una, a due o a più nazioni, ma alla rete di relazioni della migrazione mondiale, a una nuova forma di cultura transnazionale prodotta nelle varie lingue di arrivo: quella della creolizzazione planetaria. Questo libro, parlando delle migrazioni e degli scrittori della migrazione dei tre ultimi secoli, vuole contribuire a edificare il discorso critico postcoloniale italiano, fino a ora inesistente se non nelle pagine di rarissimi storici. Convinto che la letteratura della migrazione sia un fenomeno che può essere colto e valorizzato solo da chi si sia educato a una prospettiva interculturale, non-nazionale e nemmeno imperiale, l'autore propone un'autocritica decolonizzante della nostra storia e della sua perdurante amnesia, della vera e propria rimozione dell'impresa coloniale dell'Italia immediatamente post-unitaria. E invita a disfarci dell'indifferenza e dell'ostilità nei confronti degli scrittori migranti, considerati al massimo un fenomeno etnico-esotico. Il volume raccoglie quattro saggi. I primi due "Il rovescio del gioco" e "La letteratura italiana della migrazione" furono già pubblicati singolarmente, rispettivamente nel 1992 e nel 1998; il terzo, "Perdurabile migranza", è inedito, e il quarto, "Lettere migranti", è stato scritto in occasione del Primo Festival Europeo degli Scrittori Migranti del 2002.

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura