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La vita perfida

Editore: 
e/o
Luogo di edizione: 
Roma
Anno: 
2001
Traduttore: 
G. Risari

Recensione: 

È la storia di quattro generazioni di una famiglia della Guadalupa che passa dalla povertà e dal lavoro indefesso della canna all'agiatezza, altezzosa e 'razzista' di una borghesia nera. Con frange di ritorno alle 'origini', di marxismo, di rivolta della razza, ma sostanzialmente approdata alla condizione di benessere.Non è tanto questo aspetto a risaltare quanto i legami interpersonali, i giochi psicologici, i rapporti padre-figlio, matrigna-figliastro, madre-figlia, nonno-nipote e via elencando. In un continuo rinnovarsi di situazioni umane diverse in cui tutti si possono riconoscere.L'io narrante è una ragazzina che ricostruisce dai racconti degli altri le vicende della vita dei suoi parenti, una dedizione costante ed una pervicacia d'indagine che le viene dal suo bisogno di appartenenza. Non ha mai conosciuto il padre bianco che le ha abbandonate per non assumersi la responsabilità d'essere padre ed ha sofferto per tutta la vita prima per l'abbandono poi per l'ostilità di una madre sempre incapace di accettarla, così come è incapace di accettare la vita stessa.La vita perfida, "la vie scèlérate", intitola il testo. Difficile trovare nei racconti di queste esistenze una situazione di pace, di serenità se non momentanea. Anche quando sarebbe possibile per le circostanze esterne e materiali, la vita dei vari personaggi è inquietudine e sofferenza, provocata inspiegabilmente da loro stessi o da chi hanno vicino.Storie che trascinano e personaggi tratteggiati in maniera coinvolgente, ambiente fisico, l'isola, il mare, i cantieri del canale di Panama, S. Francisco, New York, e culturale, la musica, i contadini, il creolo, rapidamente schizzato eppure con una fisionomia netta.La pace è quella delle passeggiate al cimitero del nonno con la nipotina, il passo leggero, la presenza, lì benevola e calda, dei morti. Presenti i morti sempre, con le stesse pulsioni e gli stessi sentimenti dei vivi, incombono nei sogni, riempiono di sé le abitazioni. La tristezza disperata del lutto si consola poco a poco per la loro presenza o ne è continuamente turbata.Pochi i personaggi 'solari': Lisa, in maniera immediata, in forza della sua giovinezza, Eloïse, in modo più riflessivo e maturo. Inquieti, instabili, sempre inappagati, in difficile equilibrio, tutti gli altri personaggi.

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura
Pagine di...: 

Donne