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Prestami le ali

Autore: 
Editore: 
Rrose Sélavy
Luogo di edizione: 
Tolentino (MC)
Anno: 
2017


Recensione: 

Prestami le ali è arrivato in libreria. Nella sua ultima fatica, Igiaba Scego scrive un inno alla vita. Attraverso un linguaggio snello e limpido, fatto di immagini che si rincorrono, l’autrice veste i panni di un moderno Fedro che lascia i vicoletti della Roma Augustea per camminare tra le vie di una Venezia di fine Settecento. Scego presta la voce al mondo degli animali che incarnano vizi e virtù degli uomini. Tra le pagine vola qua e là una rondinella che conosce tutte le lingue del mondo e che ha un’ala spezzata, simbolo dell’ambizione; fa le fusa un gatto pittore, simbolo della fedeltà e dell’amicizia; ruggisce un leone, simbolo della potenza e della forza. Tutti accomunati dalla curiosità di conoscere Clara, una rinoceronte giunta dalla lontanissima India fino a Venezia, costretta ad esibirsi come schiava di fronte ai più importanti Re della terra, simbolo dell’ingiustizia. A dirigere questo corteo carnevalesco ci sono i due protagonisti: Suleiman, piccolo schiavo rapito dalla Somalia per essere portato alla sua padrona bionda veneziana, ed Ester, bambina ebrea costretta a vivere nel ghetto della città lagunare. Entrambi vittime di una vita ingiusta, come la nostra Clara. Entrambi capaci di condividere con gioia una fantastica esperienza, quella del volo. Con gli occhi pieni di entusiasmo tipici dei bambini, Suleiman, Ester e Clara voleranno sopra Venezia. E il volo rappresenta il riscatto e la rinascita verso nuova vita. Si potrebbe azzardare che è proprio il volo ad essere protagonista assoluto. Tant’è che questa stessa parola ricorre infinite volte nel libro. E i tre portano con sé chiunque stia leggendo quelle pagine: Scego è così abile nelle descrizioni che sembra prendere il lettore per mano e farlo sedere sulla groppa della rinoceronte per volare insieme. Clara, ridotta in schiavitù, grazie alle ali prestategli dal grande Leone che sovrasta Piazza San Marco, riesce a tornare in India dalla sua mamma. Porta con sé Ester, per farle vedere quelle parti di Venezia che non aveva mai visto, poiché costretta, come donna ebrea, a non poter uscire dal ghetto in cui si trova la sua casa. Porta con sé Suleiman, anche lui per ritornare dalla sua mamma a Mogadiscio. Tutto diventa magia. La realtà stessa sembra dissolversi. Esiste solo attraverso il racconto dei personaggi. La lontana Africa di Suleiman, la lontana India di Clara, la grande Venezia di Ester, esistono solo nella bocca di chi le descrive. Nessuno le conosce direttamente, tutto viene filtrato attraverso il racconto di un altro personaggio. La potenza dell’immaginazione aumenta sfogliando le pagine del libro, grazie alle meravigliose illustrazioni di Fabio Visintin, che macchia di colori forti e vivi il foglio e ci fa vedere Clara, la tristezza e la gioia presente nei suoi occhi. Ci fa vedere Suleiman
e la curiosità presente nei suoi passi. Ci fa vedere Ester, la sua dolcezza e la chioma bionda nascosta sotto un berrettino da uomo. E poi i gatti, i polpi, le volpi, gli usignoli e tutti gli animali. E Venezia con tutte le sue viuzze e le facce in maschera pronte per il grande Carnevale. Questo libro non è solo un libro per bambini. Per primi gli adulti dovrebbero leggerlo. Questo libro non racconta solo la storia di Clara. Racconta la storia di chi ha il coraggio di inseguire un sogno per raggiungerlo. Igiaba Scego sembra voler invitare tutti i lettori a cucirsi addosso le ali per volare il più in alto possibile. Chiunque abbia voglia di ricevere una speranza, vada in libreria ad acquistarlo.

Autore della recensione: 
Floriana Ciccaglioni