Tu sei qui

LA NAVE FANTASMA

LA NAVE FANTASMA 
di Giov Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti 

regia: Renato Sarti
con:    Bebo Storti, Renato Sarti
disegni:    Emanuele Luzzati
musiche: Carlo Boccadoro
aiuto regia:    Ludovico Bessegato
assistente alla regia: Sabrina Tinelli
suoni e tecnica: Luca De Marinis
luci: Roberto D'Ambrosio

elementi scenici: Alberto Consolini, Giordano Mancioppi
tecnico di palco: Orazio Attanasio
animazione grafica: Francesca Valadè
montaggio video: Pietro Brunero 

La vicenda

Il 25 dicembre del 1996, nel mare tra la Sicilia e Malta, affondò un piccolo battello carico di immigrati provenienti dall'India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka. Le vittime furono 283: la più grande tragedia navale avvenuta nel Mediterraneo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nonostante le precise testimonianze dei superstiti, i mass media, eccetto rare eccezioni (Manifesto, Narcomafie), non se ne occuparono e le autorità si mostrarono da subito molto scettiche: tanto scettiche che la tragedia del Natale 1996 divenne il naufragio fantasma
Gli stessi pescatori della zona, che recuperarono decine di cadaveri nelle reti a strascico, temendo conseguenze per la loro attività, li ributtarono sistematicamente in mare. Solo cinque anni dopo, con un reportage reso possibile dalla testimonianza di un pescatore di Portopalo (paese nell'estremo lembo meridionale della Sicilia), il quotidiano La Repubblica, attraverso un'inchiesta del giornalista Giovanni Maria Bellu, riuscì a individuare il relitto in fondo al mare e a filmare i resti dei corpi che ancora oggi lo circondano.
Nel giugno del 2001 le immagini della nave fantasma furono trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo. Ma - nonostante l'appello di quattro premi Nobel italiani (Renato Dulbecco, Dario Fo, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia) e alcune interpellanze parlamentari - dopo sette anni, ancora nulla è stato fatto per recuperare il relitto e i corpi delle vittime, restituire loro dignità e ri-consegnare questo episodio alla Storia senza menzogne ed omertà.
La nave fantasma è una sintesi drammatica della vasta problematica connessa al tema dell'immigrazione: la disperazione degli immigrati, il silenzio delle autorità e dei mass media, la ferocia dei trafficanti di esseri umani, la terribile indifferenza e paura della nostra società. E' una vicenda che fa emergere la grande distanza che separa le dichiarazioni di principio sulla solidarietà e l'eguaglianza dei diritti, dalle azioni concrete di istituzioni e cittadini. 

Lo spettacolo

Il Teatro della Cooperativa, la cui attività si caratterizza da sempre per l'attenzione a temi di forte impegno civile e memoria storica, ha deciso di dare voce a questa tragedia tramite il mezzo che più gli è consono: il teatro. Il teatro, come unico spazio in cui una comunità può ancora riconoscersi, raccontarsi, condividere emozioni, prendere posizione.
Il testo è stato scritto da Giovanni Maria Bellu (autore dell'inchiesta giornalistica) e Renato Sarti (che ne curerà la regia), in collaborazione con l'attore Bebo Storti.
Benchè basato su una rigorosa cronaca degli eventi è tradotta sulla scena attraverso i racconti dei protagonisti, ma anche con l'utilizzo di materiale video e la creazione di piantine e percorsi tramite videografica, su disegni di Emanuele Luzzati - l'intento registico è quello di fare ricorso a tutti gli elementi tipici del teatro comico e del cabaret quali l'improvvisazione e il rapporto continuo e diretto con il pubblico.
Gli oggetti di scena, le parole e i gesti degli attori, la scenografia non rimarranno costretti nello spazio della scena, ma invaderanno la platea. In scena gli stessi Bebo Storti e Renato Sarti che, in una sorta di cabaret-tragico estremo e scioccante, coinvolgeranno gli spettatori nella rievocazione di una tragica vicenda e nella riflessione su uno degli argomenti più scottanti dei giorni nostri: toccherà infatti loro rispondere ai quesiti di un ironico e paradossale quiz televisivo, ma anche restituire la testa staccatasi dal corpo martoriato di un manichino-immigrato colmo d'acqua; cosè come - in parte - il difficile compito di ricreare, nella scena finale dell'annegamento, l'inferno che coinvolse i 283 disperati del battello F-174
Un meccanismo teatrale diretto, nel quale l'esile diaframma della quarta parete rivela qui tutti i suoi limiti e non regge l'impatto: La Nave Fantasma è una tragedia che deve riguardare - e soprattutto scuotere - le coscienze di noi tutti. 

Giovanni Maria Bellu, inviato speciale de La Repubblica, da anni si occupa dei "misteri d'Italia": è stato querelato da Previti, Zorzi, Priebke e Fiore. Per l'inchiesta sulla nave fantasma ha ricevuto nel 2002 il Premio Saint Vincent per il giornalismo. Tuttora ne segue lo sviluppo giudiziario. 

Renato Sarti, attore, regista e drammaturgo, ha lavorato per molti anni a Milano al Piccolo Teatro e al Teatro dell'Elfo. Come regista, ha collaborato, tra gli altri, con Giorgio Strehler, Paolo Rossi, Moni Ovadia, Zelig. Come drammaturgo ha ottenuto vari premi: IDI, Vallecorsi, Riccione per il Teatro. E' autore di Mai morti, I me ciamava per nome: 44.787 - Risiera di San Sabba, Nome di battaglia Lia. Da due anni dirige il Teatro della Cooperativa di Milano. 

Bebo Storti, musicista bluesman, attore drammatico e comico, ha iniziato la sua carriera ai tempi di Comedians, allestito da Gabriele Salvatores nel 1985. Ha conosciuto la popolarità televisiva con trasmissioni come Su la testa e Cielito Lindo, imponendosi poi definitivamente all'attenzione del pubblico con alcuni memorabili personaggi in Mai dire goal. E' interprete di Mai morti, scritto e diretto da Renato Sarti. 

RASSEGNA STAMPA ESSENZIALE 

Renato e Bebo, in uno spettacolo esilarante ma anche commovente, (...) ci ricordano la nostra ignoranza sulla realtà dell'immigrazione e sulle sue cause (...) non attraverso le chiacchere ma con la lingua del teatro - ed è vero teatro. Semplice, ruspante, povero, ma teatro. Il teatro sono due attori, due uomini che si giocano tutto, come qui, per una causa in cui credono
(Luca Doninelli, Avvenire, 6 Novembre 2004 ) 

Due ore e mezzo di colpi di scena, di passaggi improvvisi dal tragico al comico al grottesco. (...) Chi recita si diverte e a tratti soffre come chi partecipa. Suda, cambia le battute, si confonde, accetta che siano gli eventi a disegnare ogni giorno un nuovo canovaccio.
(Stefano Galieni, Liberazione, 11 Novembre 2004 ) 

(...) Uno spettacolo a capitoli che non lascia nulla al caso, semplice e immediato, forte e civile. Un cabaret tragico (...) dove si ride perfino di fronte ai fatti più crudi grazie all'impagabile capacita di dire cose feroci con un'ironia dissacrante dove il riso suona più sinistro di un grido. E' un riso nero, luttuoso quello provocato da Renato Sarti e da Bebo Storti, in scena per circa tre ore, bravissimi a cambiare a vista personaggi e pelle. (...) Grazie a Sarti, Storti e Bellu che ci hanno ricordato che il teatro è anche un rito pubblico, politico, laico.
(Maria Grazia Gregori, L'Unità, 17 Novembre 2004 ) 

Storti e Sarti sono bravissimi, il primo cinico, capace di satira feroce, di imitazioni strepitose, il secondo pacato maneggia con cura fatti, dati e sentimenti. Si ride amaramente e si riflette sulla nostra miseria in uno spettacolo che si snoda in un subisso di dati e informazioni che diventano teatro. (...) Uno spettacolo di impegno civile che riesce ad essere specchio della pavida opportunista coscienza della nostra società. Da non perdere
(Magda Poli, Corriere della Sera, 24 Novembre 2004 ) 

Sarti has skillfully culled the absurd elements of the ensuing oblivion into which the shipwreck was lost, and deftly leads the audience to a state of soul-searching on the tragedy.
(Elisabetta Povoledo, International Herald Tribune, 8 Dicembre 2004 ) 

Lo spettacolo preferisce partire dalla comicità vicina all'assurdo con cui Dario Fo raccontava in tempo reale gli anni di piombo coinvolgendo il pubblico. (...) Alla compostezza di Renato Sarti si contrappone un Bebo Storti dilagante nei suoi ininterrotti trasformismi.
(Franco Quadri, La Repubblica, 15 Novembre 2004 )