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Cravatta da pioniere

Cravatta rossa da pioniere, Bulgaria, anni ‘80, prestata da Gergana Blyantova


 

Tutti i bambini bulgari, tra i 9 e i 14 anni, appartenevano all’Organizzazione dimitroviana dei pionieri settembristi ed erano obbligati a indossare la cravatta rossa che richiamava il rosso della bandiera del Movimento dei Pionieri, simbolo del sacrificio dei bulgari in nome della libertà del popolo. La bandiera rossa simboleggiava la fedeltà verso la rivoluzione proletaria e verso il partito comunista bulgaro. La cravatta in forma di triangolo ha un significato preciso: l’unità tra il Partito Comunista, l’Unione Comunista della Gioventù (14 – 28 anni) e l’Organizzazione dei Pionieri. La si indossava attorno al collo, ogni giorno di scuola, come testimonianza dell’unità tra il Partito Comunista, la gioventù comunista bulgara e i pionieri. Per la maggior parte dei bambini indossare la cravatta da pioniere era una costrizione: non si poteva entrare in scuola senza di essa al collo. Dimenticarla a casa equivaleva a un affronto, col rischio di subire punizioni non solo verbali, ma anche corporali. Per gusto di protesta, la portavamo spesso in tasca e solo prima di entrare a scuola la mettevamo al collo, per poi toglierla immediatamente all’uscita dalle lezioni.