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Intercultura e immigrazione. È difficile incontrare chi è diverso da noi?

Autore: 
Editore: 
Di Girolamo editore
Luogo di edizione: 
Trapani
Anno: 
2012

Recensione: 

Un libriccino agile, facile da leggere, uno dei «Ciottoli di Jonas», un discorso breve ma intenso, condotto dal punto di vista dell'associazione di psicanalisti e psicoterapeuti fondata da Massimo Novi Recalcati. Questo testo è scritto a quattro mani con Fabio Tognassi*, psicologo e psicoterapeuta milanese e, secondo la prassi clinica, parte dalle sofferenze delle persone, ovvero dalla paura dell'estraneo, dalla paura dell'immigrato di perdersi, dalla fragilità delle seconde generazioni.
È diviso in due parti: la prima indica l'approccio che propone a fronte delle soluzioni culturali e politiche attuali, cioè la soluzione paranoica e quella moralistica.
Per i sostenitori della soluzione paranoica «l'apertura del nostro confine culturale all'altro rischia di indebolire la radice culturale che si sostiene e ci orienta. Al contrario, i sostenitori della soluzione moralistica accusano gli altri di impedire il progresso delle idee, dando per implicito che la contaminazione con l'altro dia i suoi frutti.»
Nel ragionamento condotto ci si pone invece nettamente di fronte alla realtà, all'incontro vero, degno di questo nome: l'incontro reale con la differenza dell'altro ci porta a fare i conti con la nostra capacità di riflettere sulla nostra storia. Risalta in primo piano un oggetto simbolo: lo specchio. Se non consideriamo le differenze, può sembrarci di vedere riflessa nell'altro la nostra immagine, ma le diversità nella vita reale esistono e dallo specchio irrompe sulla scena qualcosa di non prevedibile, di sconosciuto. L'intruso riporta a galla un rimosso che non vogliamo conoscere per non sconvolgere l'equilibrio che ci siamo creati. «L'incontro con lo straniero è, quindi, nel contempo, un incontro con lo straniero che è in noi.»
Nella seconda parte gli autori forniscono un esempio pratico, clinico, di come la psicanalisi possa favorire l'incontro. Si tratta di un 'gruppo di parola' con adolescenti immigrati, spronati a raccontare la propria storia, il proprio 'romanzo', per arrivare ad analizzarla da fuori.
In queste poche pagine vengono date indicazioni sul concetto di cultura (non può essere un dogma a cui si assimila ogni aspetto della vita di un individuo, è qualcosa delle abitudini della comunità in cui egli nasce che lo permea dall'interno, ma anche qualcosa di esterno, che gli si para davanti ed a cui può aderire o meno); di identità e radici che assumono il valore difensivo di una corazza che protegge il singolo; dei particolari conflitti tra generazioni quando «l'immigrazione introduce una drastica rottura degli equilibri»; dei legami che si pretende stabilire tra identità-terra-possesso, «la tensione identitaria che mira a saldare insieme cultura e terra partecipa altresì dell'idea che quella terra è di proprietà, per altro esclusiva, di chi vi è nato»; del significato di lingua madre, «Una lingua modula concretamente il processo di costruzione del pensiero e della soggettività degli appartenenti a una determinata società. [...] Ciò fa sì che, nel passaggio da una lingua a un'altra, qualcosa inevitabilmente si perda o vada smarrito."
La chiave di volta dell'incontro, dicono gli autori, non risiede nei buoni sentimenti, in un ecumenismo ingenuo. «Ogni incontro necessita di un tempo e delle condizioni utili perché possa dispiegarsi fruttuosamente» ed il punto di riferimento fondante può essere solo «la rinuncia al sogno egemonico di una cultura su un'altra», può essere solo la dimensione del rispetto.

*Fabio Tognassi si è specializzato nei disturbi alimentari, ha avviato importanti attività nella cura dei disturbi autistici, della tossicodipendenza e collabora ad un progetto rivolto ad adolescenti stranieri. Oltre ad articoli specialistici ha pubblicato testi come «Il bambino iperattivo. Dalla teoria alle pratiche di cura», Franco Angeli, 2010 con Uberto Zuccardo Merli e «Bambini fuori legge. Infanzia e crisi delle relazioni», Di Girolamo, 2012, insieme con Federica Pelligra.

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura
Pagine di...: 

Razzismo
"Più che curiosità, interesse, è in questo caso la paura a dominare le reazioni del soggetto [nell'incontro con l'altro]. Sono spesso gli individui più fragili, insicuri a vivere inconsciamente questo sentimento trasformandolo in odio, in aggressività, in violenza contro lo straniero. È la storia triste e perennemente attuale di quella vergogna chiamata razzismo»
pag. 36 sg.