Tu sei qui

L'Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano

Editore: 
Aracne Editrice
Luogo di edizione: 
Roma
Anno: 
2013

Presentazione: 

È il primo volume di una collana che indaga sul modo in cui il cinema nazionale racconta le culture diverse da quella italiana e l'immigrazione.
Presenta dieci testi di altrettanti autori (Luigia Annnunziata, Rosetta Giuliani Caponetto, Alice Casalini, Maria Coletti, Shelleen Greene, Alessandro Jedlowski, Simone Moraldi, Farah Polato, Vito Zagarrio) oltre alla ricca introduzione del curatore, alla prefazione di Annamaria Rivera e postfazione di Igiaba Scego, ciascuno arricchito di bibliografia e filmografia. Analizzano la rappresentazione dell'alterità, in questo caso collegabile all'Africa, in cui troppo spesso sopravvivono schemi ereditati dal repertorio del razzismo fascista e coloniale, ad esempio nel ruolo destinato al protagonista straniero, in particolare per l'attrice nera, o nel casting che ancora non ricerca professionalità o aderenza al personaggio a prescindere dal colore della pelle.
Nella seconda parte si riportano dieci interviste ad attori e registi di origine straniera (Tarek Ben Abdallah, Rachid Benhadj, Kim Bikila, Mohamed Challouf, Eriq Ebouaney, Esther Elisha, Theo Eshetu, Ahmed Hafiene, Fred Kuwornu, Dagmawi Yimer) e le conversazioni esaltano le loro capacità e possibilità professionali, oltre a mettere in luce l'importanza per il cinema italiano di questi apporti.
La terza costituisce una notevole raccolta di dati, con schede di 507 cineasti afrodiscendenti che sono stati attivi a vario titolo (attori, registi, tecnici...) nella cinematografia italiana; i profili degli autori del volume; una sintesi in inglese e un sempre utile indice dei nomi.
È un cantiere aperto che studia e mostra in questo ambito specifico la nostra ricca realtà plurale.

Pagine di...: 

La casa editrice mette a disposizione in pdf l'introduzione e l'indice
http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/catalogo/area/areascien...


RAZZISMO

"Mai davvero decolonizzata, la memoria pubblica nutre il presente con i detriti di un passato non elaborato e non sottoposto a critica: la xenofobia e il razzismo attuali riproducono immagini, modi di dire, cliché, stereotipi e pregiudizi che appartengono ai repertori dell'antisemitismo e dell'antiziganismo storici come del razzismo coloniale e fascista."


"[in Italia vige] il pregiudizio nazionale secondo il quale la normalità si identifica con il cittadino "bianco" e "autoctono". Siamo in un paese, infatti, ove la vera normalità, cioè il "métissage" è spesso denegata o rimossa, ove il "colore", la provenienza, le origini sono ancora criteri distintivi che definiscono i confini della nazionalità e della cittadinanza, ove i figli e i nipoti degli ex immigrati sono detti di "seconda" o di "terza generazione", in definitiva considerati in base allo stigma dell'origine immigrata dei loro ascendenti."

pag 17 e 20 della prefazione di Annamaria Rivera


Sparsi molti concreti esempi di immaginario razzista e di operoso razzismo in quest'ambito lavorativo