Roberta Yasmine Catalano ha vissuto quindici anni in Marocco ed ha raccolto le storie degli italiani che vi risiedono o che vi sono legati. Non si tratta di una analisi storica, ma proprio dell'intento dichiarato e commosso di far riemergere nel ricordo tanti italiani emigrati, di dar voce a chi viene del tutto ignorato dalla storia nazionale, a quegli “italiani del Marocco che sembrano non essere mai esistiti”.
La documentazione è ampia, segue famiglie, persone, attività, rievoca le vicende dolorose dei prigionieri di guerra, si allarga in quaderni di viaggio che comprendono anche nomi famosi come De Amicis o Luigi Barzini. Pagine che ricostruiscono un'epoca anche con i suoi limiti “di faziosità e di pomposa retorica”, testimonianze, avverte l'autrice, da prendere con la dovuta cautela.
Testo ricco di foto ed immagini, si legge utilmente e con riconoscenza nel momento in cui l'Italia guarda con tono di superiorità ad un movimento migratorio di senso contrario ed usa ancora la parola 'marocchino' come termine spregiativo per tutti gli abitanti dell'Africa settentrionale.