Giubilo d’autunno
Sono lieto
nella grossolanità della notte
con il caffè e le sigarette
che mi tengono sveglio
ed ammiro l’infanzia e la gioventù
camminando nei corridoi della mente
come un bambino che scivola
e ride sul mondo
e tra la baldoria
bussa alle porte dei suoi desideri
Sono lieto
della sensazione
del flusso d’aria fredda
che accarezza continuamente
gli occhi
e con insistenza
riflette la gioia
dei bambini di questa città
Sono lieto
della leggera brezza
con la quale i lacci dei miei capelli
volteggiano
e sotto la pallida luce della
notte
brillano
Sono lieto
della visione di queste genti
sono felice
io che ero abituato agli incubi
della notte
ora sono felice e respiro
i desideri dei bambini di questa città
Immigrato
Abbandona la vertigine
sepàrati
dal tuo nero presentimento
strappa via
il dolore e la pena
gettali lontano
e renditi sottile
e renditi leggero
come il filo spinato
oltre il quale devi passare
Prepara un ultimo commiato
con il tuo cuore
con la tua lingua
e con qualunque cosa
appesantisca i tuoi ricordi
Abbandona tutto
attraversa il confine
e lasciati scivolare sul terreno
come spoglia morente
abbandonata in battaglia
Tira un sospiro di sollievo
e alla fine del viaggio
di notte
a voce alta
osserva il tuo passato
cosicché la mattina
tu possa diventare
un buon titolo
per il giornale
e morfina per il tuo stesso dolore
Dipingi
le freddi notti
dell’inverno
degli umani sentimenti
tutto questo è solo divagazione
E l’immigrato è una foglia
caduta da un albero
in autunno
Solo per esser calpestata
dal primo passante
Desiderio d’estate
Voglio stare fra le tue braccia
e la mia carne strisciare mille volte
sulle curve del tuo corpo
diventare cera
diventare acqua
e nella discesa del tuo corpo
fluire
su di te voglio avvertire
il tepore della spiaggia del Mediterraneo
ed attraverso le tue labbra
ubriacarmi del vino più soave
di Firenze
voglio disegnare sul tuo corpo
le mie poesie
e lasciare sul tuo seno
le mie labbra
come un ricordo
se solo il pugnale delle tue ciglia
me lo permettesse
Basir Ahang, "Sogni di tregua", Gilgamesh Edizioni, Asola (MN), 2015
Basir Ahang è un poeta, giornalista e attivista per i diritti umani nato a Ghazni, in Afghanistan.
Nel 2006 mentre si trovava in Afghanistan iniziò a collaborare con un giornalista del quotidiano "La Repubblica". In quel periodo, il giornalista e fotografo, Gabriele Torsello, venne rapito dai Talebani nella provincia di Helmand. Basir Ahang è stato direttamente coinvolto nella liberazione del giornalista. Dopo il rilascio di Torsello, è stato oggetto di minacce e intimidazioni da parte dei Talebani e per questo costretto a fuggire dall'Afghanistan. Nel 2008 Basir ha ottenuto lo status di rifugiato politico in Italia. Nel 2009 ha svolto il suo primo viaggio in Grecia, con l'obiettivo di documentare la tragica situazione dei rifugiati. Da anni si è occupato di diversi progetti volti a richiamare l'attenzione sulla situazione del suo paese e soprattutto del popolo Hazara, uno dei maggiori gruppi etnici in Afghanistan. Tra i siti che hanno pubblicato i suoi articoli vanno annoverati Kabulpress, “BBC” Persian, Deutsche Welle, Al Jazeera, Radio Zamaneh e Frontiere News. Basir Ahang si occupa anche di poesia e di cinema. Molte delle sue poesie sono state tradotte in italiano, inglese e spagnolo. Nel 2014 ha partecipato al Festival Internazionale “Ottobre in Poesia” di Sassari, ottenendo il premio speciale della critica. Basir ha inoltre partecipato al Festival Internazionale di Poesia di Medellin in Colombia a luglio del 2015. Sempre nel 2015 ha vinto il Premio Speciale della Giuria del Concorso nazionale di poesia “Città di Sant’Anastasia” e nello stesso anno ha pubblicato in italiano la raccolta di poesie "Sogni di tregua" per la casa editrice Gilgamesh Edizioni. http://www.basirahang.com/