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Sesta puntata. Sia gli italiani sia gli stranieri hanno paura di perdere la loro identità. Ma cosa intendiamo per identità? È un qualcosa di immutabile o di variabile? Ci è di aiuto o di intralcio? Si può parlare di una identità o di identità multiple? Su questo concetto si propongono letture e riflessioni tratte da Amin Maalouf, Igiaba Scego, Idolo Hoxhvogli e Francesco Remotti.
La paura è necessaria alla sopravvivenza, abbiamo paura di tutto ciò che ci è estraneo come forma di difesa da un possibile pericolo. Erodoto, Plinio, in generale il Medioevo, hanno visto mostri là dove non conoscevano e non capivano.
Anche all’interno del continente europeo sono riscontrabili sentimenti di timore e ostilità nei confronti dell’altro, inteso come altro popolo, altra nazione, altra lingua, altra religione. Insospettabili pensatori, filosofi, umanisti come David Hume, Adam Smith, Edmund Burke, Montesquieu, Edgar Quinet, Thomas Mann, Carl Schmitt hanno di volta in volta attribuito a francesi, americani, tedeschi, inglesi, turchi o spagnoli caratteristiche negative tali da fare suscitare repulsione verso le popolazioni straniere.
Il nostro tempo sembra ancora dominato dalla paura, che è diventata un sentimento di ansia diffusa, indipendente dalla realtà del pericolo e spesso scatenata ad arte. Per motivi politici viene ad esempio diffusa la paura degli immigrati.
Il ciclo di puntate intende parlare della paura che gli italiani hanno degli stranieri, ma anche delle paure che hanno gli stranieri.