Colpisce il segno questo nuovo libro di Becco Giallo dedicato al lavoro di una ricercatrice sulle esistenze di alcuni richiedenti asilo. L'empatia per i 'personaggi' è immediata, la sceneggiatura e le immagini coinvolgenti. Da Anna, occhi stupiti ingranditi dalle lenti, che 'non si orienta' e non trova la strada giusta nemmeno col navigatore (è così difficile dare un senso ad un lavoro teorico quando tocca il dolore! "la ricerca, a volte, ti fa sentire fuori posto...Vorrei solo poter fare qualcosa di concreto"); ai richiedenti asilo intervistati che faticano assai a trovare uno sbocco esistenziale e che però, a dispetto delle infinite pastoie che legano le loro vite, non si danno per vinti. Riconosciamo bene il profilo dei monumenti, le vie della città, i ponti sotto i quali trovano rifugio le persone che la nostra società ignora e bandisce. È un quadro umano e sociale che ben conosciamo da anni, noi che abbiamo avuto l'opportunità di un 'incontro felice'* con chi arriva dal mondo a Trento, attraverso i corsi di italiano per stranieri e le attività culturali conseguenti. Abbiamo sofferto insieme nel vederli attendere, resistere, lottare nella precarietà delle loro vite, abbiamo gioito se dopo anni di pazienza sono riusciti a ricostituire qui una vita con alcuni almeno dei loro affetti più cari. Sì, cara ricercatrice, non hai potuto far uscire dalla precarietà nè te nè i tuoi intervistati, ma il lavoro che hai fatto è importante per aprire lo sguardo di chi passeggia sui prati di Renzo Piano ignorando chi dorme tra conigli e topi, per tutti i trentini/italiani, non quelli che profittano a piene mani di questi nuovi schiavi, ma per quelli pieni di bontà che però non si rendono conto di queste seconde città nascoste. È con riconoscenza che leggiamo questo testo che alza la voce a chiedere giustizia per i giovani italiani come per gli immigrati, per persone che chiedono di dare il meglio che possono alla società. E vivere.
* Secondo Armando Gnisci è questo il secondo incontro degli euroccidentali, dopo il primo in cui abbiamo conquistato sottomesso e depredato tutte le terre che abbiamo 'scoperto', costruendo il peggiore dei mondi possibili. Ora loro vengono da noi e abbiamo una nuova possibilità. Costruire un mondo creolo? A.Gnisci, Via della Decolonizzazione europea, Cosmo Iannone editore, Isernia, 2004