Si dà il caso che

Una ragazza giapponese vive a Londra da qualche anno, appagata dal suo lavoro e con l'affetto di un fidanzato inglese. Ama la città ma si sente ancora estranea. Il ritorno in Giappone per l'improvvisa morte del padre la mette di fronte alle tradizioni della sua terra, alle figure dei genitori. Affettuoso ma rigido il padre che continua a proporle un matrimonio combinato, libera e indipendente la madre che ha rifiutato il ruolo previsto per la donna da una società molto chiusa. Una rigidità che viene espressa con immagini del teatro classico giapponese che irrompono, oniricamente, in un racconto piano, senza colpi di scena, riflessivo, che nel disegno mette in scena figure vive e accattivanti, ma non sta a preoccuparsi dei dettagli, li sfuma in colori affascinanti.

Lentamente e con molti dubbi la protagonista sceglie la sua strada tra tradizione e indipendenza, sapendo che niente sarà facile. Segue i propri sogni, ma parte da quello che è il suo mondo di origine, familiare e nazionale, e vi resta legata.

"Sono giapponese e di tanto in tanto torno in Giappone..." "Ma qui, Londra, è casa mia."