Il colore viola è ambientato nello stato della Georgia agli inizi del XX° secolo, quando non era certo facile essere delle persone 'di colore' e per di più donne.
Celie è poco più che adolescente quando in seguito alle violenze del presunto padre mette al mondo due figli, che però ben presto le vengono sottratti. Viene quindi ceduta in sposa ad Albert, un vedovo, anche lui di colore, che si porta in dote ben quattro bambini. L'uomo si rivela essere fin dal principio un uomo violento e sfruttatore e tratta Celie come una schiava.
Chiusa in questa trappola dalla quale non riesce a fuggire a Celie non resta che l'affetto per Nettie, la sorella minore, che un giorno si presenta a casa sua e inizia a vivere con loro.
Per Celie la presenza di Nattie è una benedizione, ma solo fino a quando suo marito non inizia a molestarla. Vedendosi respinto dalla cognata, però, Albert un giorno si infuria e dopo poco caccia Nattie di casa. Narttie, tra le lacrime, promette a Celie di scriverle delle lettere per restarle in qualche modo vicina.
La perversità dell'uomo non sembra avere limiti e arriva al punto di nascondere le missive spedite per anni da Nettie ad una Celie, che continua a condurre una misera esistenza.
Quando Albert un giorno torna a casa con una nuova amante, una cantante blues di colore di nome Shug Avery, questa diventa amica di Celie e rappresenta un nuovo punto di riferimento per la protagonista. Alla fine con molta pazienza la donna troverà dentro di sé la forza di reagire, andare avanti e dare, malgrado tutto, una svolta positiva alla sua vita.