Il libro racconta di un incessante movimento di persone che migrano tra l'Italia e l'Argentina e viceversa, più generazioni che si spostano cercando benessere, sicurezza, rifugio, portando sempre con sé il peso della nostalgia. Sono donne che raccontano storie di intere famiglie, in un intrico di parentele, danno voce al peso dell'attesa, al dolore dell'abbandono e alla solitudine, allo strappo della fuga da una dittatura di nuovo verso la terra dei padri.
"Pa', cos'è la nustalgìa che la nominate sempre?" gli ho chiesto.
"È un dolore..."
"Ma un dolore come?"
"Come si fa dire, la mè Venturina?... Per esempio, in Mèrica era il dolore di non vedere mai un monte, neanche un puggètt di quelli piccoli, di non poter battere il piede contro una pietra, perché da ogni parte che ti giravi c'era solo palta e sabbia....Allora, appena per caso inciampavi in una pietra vera, ti sentivi dentro intera la memoria dei monti dove eri nato... Ecco cos'è la nustalgìa... Invece adesso è all'incontrario, mi mancano quei posti là."
pag. 19, edizione Rizzoli, 2002