Un cerchio che si chiude. Potrebbe essere questa un’immagine che la lettura di Umbertina ispira. Un romanzo che dipinge, senza eroismi né compassione, una saga familiare che si snoda lungo quattro generazioni e che vede le donne motore degli eventi. Umbertina è una giovane calabrese che vive in un misero paese dell’interno, Castagna, e che da giovane sposa parte con il marito alla volta degli Stati Uniti, alla fine del XIX secolo.
Il romanzo è presentato il 15 maggio 2009 nella trasmissione radiofonica della Rai regionale Cammei.
Un colloquio con la madre ed il quadro di una donna, una tra le prime pittrici moderne siciliane, e di una famiglia che costituisce un punto di riferimento per la vita culturale italiana. La rievocazione, dolorosa, si impernia sugli anni dell'infanzia dell'autrice, quando l'intera famiglia, bambine comprese, fu tenuta prigioniera dai giapponesi a causa dell'antifascismo dei genitori. Nella seconda parte il diario, essenziale ed intenso, che la madre aveva tenuto nel primo periodo di prigionia.
Il romanzo d'esordio della scrittrice albanese, emigrata in Italia da qualche anno, descrive una saga familiare, attraverso gli occhi delle donne, che si snoda lungo tre generazioni.
A partire dalla storia individuale di una famiglia e delle sue donne, in particolare da Saba che da figlia diventa giovane sposa, madre, nonna, nonché punto fermo della numerosa famiglia, il romanzo diventa occasione per narrare quasi un secolo di storia albanese.