Il romanzo d'esordio della scrittrice albanese, emigrata in Italia da qualche anno, descrive una saga familiare, attraverso gli occhi delle donne, che si snoda lungo tre generazioni.
A partire dalla storia individuale di una famiglia e delle sue donne, in particolare da Saba che da figlia diventa giovane sposa, madre, nonna, nonché punto fermo della numerosa famiglia, il romanzo diventa occasione per narrare quasi un secolo di storia albanese.
Un romanzo che ha il merito di portare al centro e all'attenzione del pubblico italiano i cambiamenti che questo piccolo e bistrattato paese ha vissuto nell'ultimo secolo, facendolo in un modo privo di ambiguità, con uno stile asciutto e lineare.
La società albanese, attraverso i numerosi personaggi del romanzo, viene dipinta in maniera empatica ma oggettiva dalla scrittrice che si interroga spesso sulle dinamiche storico-politico del suo paese di cui vengono rappresentate contraddizioni e punti di forza.
Non si respira la volontà di creare distacco ma di raccontare delle storie, e di farlo mantenendo una quasi costante attenzione al punto di vista sessuato, delle donne.
Di queste donne, nonostante le durezze della vita e le angherie che alcune di loro subiscono, non è data un'immagine sottomessa e vittimista. Ibrahimi mostra come certe battaglie si possano portare avanti, anche senza averne consapevolezza, a partire dalla propria quotidianità e dalle proprie tradizioni.
Non ci sono eroine, in queste romanzo, ma donne (in particolare Saba e sua nipote Dora, che alla fine diventa anche voce narrante) con una grande forza di volontà, coraggiose e determinate, nonostante il clima talvolta duro che si profila loro intorno.
La visione disincantata e sincera dell'autrice coinvolge molti aspetti della storia e della società albanese, di cui viene anche descritta la complessa e ricca stratificazione culturale e religiosa, senza esprimere giudizi di valore, ma con la volontà forse di svelare alcuni aspetti meno noti dell'Albania che contribuiscono ad abbattere quell'idea diffusa di paese cupo ed arretrato che spesso circola; attraverso gli occhi di Saba si vede la ricchezza, la diversità, culturale, geografica, sociale di un paese così vicino all'Italia ma di cui poco si sa.
Il finale chiude proprio sull'oggi, un oggi proiettato sull'Italia e carico di speranze, che rispecchia quella che è ed è stata la parabola biografica di moltissimi albanesi negli ultimi anni.