Nato a Palù di Giovo, vive dal 1967 in Belgio. A 11 anni, dopo un'infanzia passata nella libertà dei pascoli, chiede di studiare e finisce in seminario ad Asti. Di questi anni ricorda in particolare la figura del professore di filosofia, un prete figlio di emigrati in Francia e l'insegnamento che vediamo riemergere nei suoi scritti: “La carità comincia dove finisce la giustizia: non la può mai sostituire.”
Altre figure preziose per la sua formazione troverà a Torino, dove, ormai prete, dopo quattro anni di teologia, frequenta la facoltà di lettere e filosofia: lì incontra Nicola Abbagnano, Augusto Guzzo e il giovane Gianni Vattimo. Un pensiero che l'autore sintetizza così: “Se la Verità assoluta esiste, noi la conosciamo solo 'relativamente': nessuno può pretendere di possederla.”
Il suo senso della giustizia lo spinge ad impegnarsi con un gruppo di boy scouts a richiedere una soluzione umana per gli emigrati veneti e del sud, ammucchiati in un ex casermone di Asti. Ma le autorità civili, ed anche quelle religiose, ne bloccano l'azione. Viene mandato tra i minatori del Limburgo in Belgio, ma anche lì non riesce a non farsi coinvolgere, a non imparare i nomi delle persone.“Ti mandiamo al Nord. Qui ti sei lasciato troppo coinvolgere.Era un ordine rivolto a Dony, un mio amico, quasi un fratello.Gli andò l'anima in apnea dalla nostalgia. Come a me, quando per le stesse ragioni dovetti partire, strapparmi tanti nomi di dosso....Il nome, non voler mai conoscere il nome di nessuno, gli raccomandarono spesso. Il nome è qualcuno, è l'emozione di un'esistenza, tutt'al più qualche cognome, i cognomi sono anonimi, senza calore..”(da Volesse la terra, Racconti di un romanzo, pag 61).
La sua profonda necessità di essere solidale nella quotidiana, concreta realtà, lo spinge nel 1972 ad entrare in fabbrica, operaio in siderurgia.Continua a vivere in Belgio con gli ex minatori ed i loro figli.