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Emigrazione e ricostruzione. Italiani in Gran Bretagna dopo la Seconda guerra mondiale

Editore: 
Editoriale Umbra
Luogo di edizione: 
Foligno
Anno: 
2009

Presentazione: 

Questo testo fa parte della collana I Quaderni del Museo dell'Emigrazione, pubblicazioni del Museo regionale di Gualdo Tadino. L'autore vi ricostruisce il movimento dei lavoratori italiani verso la Gran Bretagna, partendo dalle politiche migratorie della Repubblica italiana che all'epoca cercava di alleggerire il livello interno di disoccupazione, senza preoccuparsi molto delle condizioni che gli stati riceventi ponevano e senza proteggere i concittadini quando questi si trovavano in difficoltà. I problemi che si arenavano nelle nostre ambasciate, quando diventavano protesta scritta da parte degli emigrati, erano le condizioni incredibilmente dure del lavoro, che non si poteva cambiare prima di quattro anni, l'impossibilità di trovare un alloggio decente, non isolato e lontano dai centri abitati, che permettesse i ricongiungimenti familiari. A questo si aggiunga l'ostilità dei sindacati inglesi e della popolazione locale. Di queste persone si interessavano invece le autorità ecclesiastiche che coordinavano missioni di assistenza religiosa e di assistenza tout court, anche pubblicando giornali in lingua italiana per dare informazioni, consigli, mantenere vivo il senso dell'appartenenza all'Italia, dare notizie sullo sviluppo della nazione. Problemi come si vede per larga parte ricorrenti in ogni emigrazione.
Pur breve questo studio dà un'idea anche della diversificazione del nostro flusso, sottolineando come, se gli immigrati tendono a vivere vicini, anche per motivi economici, risulta tuttavia ambiguo il concetto di comunità in ambito migratorio.

Pagine di...: 

La casa diventa per chi emigra 'il problema dell'abitazione'.
Dagli hostels collettivi, camerate con pareti in legno e tetto in lamiera, lontani dalla città e vicini al posto di lavoro, alle lodging houses con la coabitazione di più famiglie nella stessa casa a volte nella stessa stanza, fino all'acquisto di abitazioni, mantenendo una concentrazione residenziale di italiani.
Da pag. 32 a pag. 47,