In anni recenti Chiara Ingrao pubblica testi di narrativa. Questo è una favola dolce dedicata alle nuove generazioni di bambini che magari hanno la pelle un po' scuretta, ma sono italianissimi e tifano per la Maggica Roma.
Proprio grazie alla magia, di una aristocratica strega-gattara, Habiba riesce a vincere le sue paure, a scoprire cos'è e cosa sa fare, a stringere legami di amicizia profonda e felice.
È un testo a tema, la piccola protagonista è, insolitamente, una bambina afro-italiana, è quindi un libro anti razzista e insieme femminista. Non è casuale quella rievocazione di streghe che fanno parte del repertorio militante delle donne negli anni '70. È un testo che sostiene la campagna "L'Italia sono anch'io", con questa bambina figlia di una immigrata ma nata e cresciuta in Italia. Non trascura nemmeno le tragedie dei viaggi clandestini, con la paura del mare che Habiba porta con sè da quando lo ha attraversato in tempesta nella sua mamma per venire a nascere in Italia. Questi e altri temi importanti non sono un ingombro al racconto, non irrigidiscono i personaggi, perchè la scrittura di Chiara Ingrao possiede qui la forza leggera e coinvolgente della fiaba e si sviluppa nella festosa meraviglia dei bambini che scoprono il mondo giocando insieme.
È la magia dell'infanzia, "la magia quotidiana che apre porte impossibili, fa volare dove si vuole e trovare quello che si cerca".