Un testo che racconta, dal punto di vista degli africani, il periodo coloniale, con una accurata ricostruzione di ambiente, tradizioni e personaggi. Keita, re di Soba, è convinto che basteranno la protezione degli avi e di Allah, per difendere dagli invasori la sua capitale, ma grazie a questa convinzione i 'Nazareni' occupano il suo regno senza nemmeno combattere e lo sottomettono alla loro autorità lasciandogli solo l'apparenza del potere. Egli è libero di muoversi e di praticare la sua religione e le sue usanze, ma ogni venerdì deve 'salire' in visita dai bianchi e aderire alle loro richieste. Viene coinvolto nella costruzione della ferrovia, che ai suoi occhi è un grande regalo fatto a lui personalmente, ma che in realtà è la rovina per la sua popolazione ridotta ai lavori forzati. Solo in tarda età, dopo che i suoi uomini sono anche stati arruolati per le guerre europee, dopo aver visto succedersi governatori più o meno umani,comprende l'inganno.
Postfazione a cura di Egi Volterrani
con uno scritto di Christine Kourouma