Dopo essere fuggito dal proprio Paese d'origine, la Nigeria, e aver trascorso tre mesi in una lontana terra straniera, il famoso musicista Taduno riceve una lettera da Lela, la donna che ama. Nessuno, nemmeno Lela, sa dove lui viva attualmente, e il fatto che quella lettera sia riuscita a raggiungerlo risulta quindi inspiegabile. Lela gli fa sapere che nel corso della sua assenza il loro Paese è cambiato, lo implora di restare dov'è e rifarsi una vita. Ma ottiene l'effetto opposto, e Taduno decide di fare ritorno per scoprire che cosa stia succedendo, senza badare ai rischi che tale gesto comporterà.
Grande è lo stupore quando si accorge che nessuno sembra ricordarsi di lui: non il suo caro amico Aroli, poeta e agente immobiliare, non Judah, il fratellino della sua fidanzata, non i vicini di casa o lo studio di registrazione con cui per tanti anni ha composto bella musica contro il governo, diventando così famoso da essere considerato la minaccia più grande per il regime. Ogni foto, notizia, informazione su di lui sembra essere stata cancellata dalla memoria collettiva.
La narrazione procede tra favola e simboli, raccontando con levità la dittatura, le delicatezze dell'amore e dell'amicizia, la potenza della musica. Il linguaggio è semplice e scorrevole, il tono fiabesco, ma, come la musica, la parola è un'arma tagliente ed efficace nel restituire la realtà.