Il titolo originale è My place: in un libro autobiografico l’autrice ricerca con ostinazione nella memoria dei suoi familiari, contro la loro stessa volontà, la propria appartenenza, le proprie origini, nascoste per paura e vergogna. Scopre così di essere in parte aborigena e lo proclama con orgoglio innanzitutto per ripagare della sua vita dolorosa la sua vecchia cara nonna ‘blackfella’, ma anche per combattere l’ingiustizia e ridare dignità ad un popolo schiavizzato e oppresso dal razzismo ancora in tempi recenti.Ricostruendo le vite di sua madre, della nonna e di suo fratello ricompone, in un clima emozionato e affettivo, le sofferenze ed i valori culturali di persone che hanno conosciuto il genocidio e ci dà un quadro terribile dell’Australia bianca.E’ il parallelo di quanto ci offrono le Vie dei canti di Chatwin e La riva fatale, L’epopea della fondazione dell’Australia, di Robert Hughes, con in più l’andamento del giallo e del romanzo.