Il testo è autobiografico, ma della protagonista, portoghese-angolana, si parla in terza persona. Seguendo il flusso dei ricordi il libro narra la lacerazione profonda che segna chi è legato a due mondi inconciliabili, quello africano dell'infanzia e quello della potenza colonizzatrice a cui per nascita si appartiene.Non è l'Angola della guerriglia politicizzata descritta da Pepetela in Mayombe, Edizioni Lavoro, Roma, 1989.E l'Africa coloniale portoghese, vista con amore per la natura, con rispetto per gli abitanti, interesse per la loro cultura che resta nella sua memoria e la affascina per anni, con atteggiamento critico nei confronti dei suoi connazionali.