Tu sei qui

Gli Stati Uniti d'Africa

Editore: 
Feltrinelli
Luogo di edizione: 
Milano
Anno: 
2009
Traduttore: 
D. Meneghelli


Presentazione: 

Questo romanzo propone una visione del mondo capovolta, in cui il centro diventa l'Africa, una federazione di stati ricca e potente, mentre Europa e Stati Uniti sono dilaniati dalle guerre e in preda alla miseria e alla fame. Ogni giorno sulle coste africane si riversano centinaia di poveri bianchi, alla ricerca di migliori aspettative di vita. La geografia del potere e dello sviluppo è cambiata, i pregiudizi e i luoghi comuni sono capovolti. In questo mondo in cui il dominio risiede a Sud, si muove una bambina francese povera. Adottata da una ricca famiglia eritrea, si rende conto della sua diversità dal colore della propria pelle e crescendo vorrà conoscere il suo paese d'origine e la sua storia. 

La prima edizione in lingua italiana è stata pubblicata nel 2007 da Morellini.

Pagine di...: 

RAZZISMO

La tua pelle aveva il colore del latte. Un pallore albino. Per lungo tempo avevi nascosto a te stessa una simile evidenza. Ma abbiamo un bell'infilarci gli stivali dalle sette leghe, ci sono cose da cui non possiamo fuggire. [...]
Qualche giorno più tardi, lungo la strada che ti porta a scuola, sarebbero esplosi i primi insulti. "Faccia esotica", "Faccia di latte", "Latte acido". "Faccia esotica e perchè non teschio?" hai replicato la prima volta. Ma nulla servirà a scoraggiare i tuoi piccoli nemici. Continueranno a cantare "Pelle di latte, latte acido" ogni volta che ti incroceranno per strada o ti bloccheranno davanti al portone della scuola elementare Ahmadou Kourouma. Spesso prenderai il largo prima che la tettoia tarlata del portone non si chiuda su di voi. "Faccia di latte", ecco l'offesa più indelebile lasciata da cervelli di bovino, offesa bruciante come la calce, perchè tu non avevi mai fatto attenzione al tuo colore.
117 sg

PACE
Un pizzico di immaginazione non farebbe male a nessuno, certo non alla Banca Mondiale che ha sede all'Asmara. Basterebbe aggiungere una manciata di ghinee al capitolo finanziario degli aiuti allo sviluppo per tradurre in francese, in inglese, in tedesco, in fiammingo o in italiano, non solo i grandi romanzi africani, brasiliani ed europei, ma tutta la grande letteratura mondiale. E bisogna insistere perchè ai bambini europei sia data la possibilità di scoprire, oltre alla Bibbia e alla Torah, le gemme di ogni civiltà, di quelle vicine come di quelle lontane. Se i racconti rifioriscono, se le lingue, le parole e le storie tornano a circolare, se la gente impara a identificarsi con personaggi nati al di là della frontiera, questo sarà sicuramente un primo passo verso la pace. Un movimento di identificazione, di proiezione e di compassione, ecco la soluzione. L'esatto contrario dell'identità inquieta e inquietante così diffusa. Al posto del "noi" strombazzato con fierezza, il "noi" che dondola le spalle alla maniera dei bulli, che gonfia i pettorali, si farà strada un altro "noi" , un "noi" di diffrazione, di interazione, di traduzione, un "noi" in attesa, in ascolto, insomma un "noi" in perpetuo dialogo. E un'altra cosa ancora: il dialogo privato e silenzioso della lettura - di questo, Maya, tu sei certa - diventerà la pietra di paragone, il preludio a milioni di dialoghi ad alta voce e alla luce del sole. È così che la pace verrà al mondo.