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Editoriale

Untermenschen e Lebensraum

di Maria Rosa Mura

 

Ritorna come ogni anno la Giornata della Memoria e rileggo queste due parole legate al periodo nazista negli scritti di Guido Viale, Untermenschen e Lebensraum.  

Non posso che condividere le sue osservazioni: attualmente ci sono in Europa persone i cui diritti umani fondamentali sono violati perché considerati uomini di serie B. Uno dei principali diritti, legato alla specie stessa, base della sua evoluzione, connaturata, prerogativa intima del suo essere nei millenni, è il diritto alla mobilità. L'uomo arrivato dall'Africa, migrato in ogni più nascosto angolo del pianeta, adattatosi a vivere in ogni territorio, ora vede questa possibilità di muoversi limitata dalle moderne istituzioni statali. Può muoversi solo se ha il documento giusto cioè se PER CASO è nato nel paese giusto nella famiglia giusta. Non può più, come nei primi millenni, spostarsi per cercare opportunità di vita o fuggire nemici, catastrofi. 

 

 

 

 

 

 

Gli stati, dice Martìn Caparròs,costituiscono meccanismi che aumentano le disuguaglianze e dopo quella della diversa disponibilità di cibo, di quella fame cronica, strutturale, che porta alla morte precoce, di quella insicurezza alimentare che è la vita quotidiana di un numero impressionante di persone, la maggior disuguaglianza tra gli uomini del nostro tempo è proprio questa diversa possibilità di movimento.

È urgente stabilire un accordo legislativo sovranazionale che regoli il diritto di migrare, ne garantisca l'effettiva opportunità. Gli stati infatti concedono, al massimo, quello di emigrare, ma si chiudono a riccio di fronte agli ingressi, stabiliscono così che ci sono uomini meno uomini di altri. Tracciano confini arbitrari sulla carta e distinguono tra chi è nato da una parte e chi è nato dall'altra. PER CASO. Delimitano ciascuno il proprio Lebensraum. Questo non blocca in nessun modo fenomeni epocali perché milioni di persone non hanno scelta e possibilità di vivere nel loro paese. 

 

 

 

Sono muri e barriere assolutamente inefficaci, "rimpatri" impossibili, inesistenti, perché spesso "patria" non c'è. Costano morti e dolore infinito (a quando questa Giornata della memoria?), costano in denaro molto più di una politica coraggiosa che si preoccupi di considerare come Uomini Menschen tutte le "vite di scarto" (addio Bauman) che le leggi economiche che ci siamo dati hanno creato: profughi migranti poveri locali.

Urge una politica che dia risposte coraggiose e inclusive, vedendo cittadini e stranieri come esseri umani, che godono degli stessi diritti alla vita, al movimento. Non si tratta di accoglienza, di bontà d'animo, poverini, aiutiamoli, ma di un diritto, che va sicuramente regolamentato, ma innanzitutto riconosciuto.

Siamo capaci di commuoverci per le sorti dei terremotati del Nepal, di raccogliere fondi per una carestia o uno tsunami. Possiamo anche fare quel passo in più per la nostra crescita di uomini e mettere sullo stesso piano dei nostri compatrioti anche persone nate, PER CASO, dall'altra parte del pianeta. Possiamo eliminare per sempre la categoria degli Untermenschen. Quanto al Lebensraum, lo spazio vitale sul pianeta ancora c'è dice Massimo Livi Bacci, se riusciamo a redistribuirci con razionalità ed equità.

Razionalità ed equità, sono queste le due parole su cui puntare.