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Il derviscio e la morte

Editore: 
Baldini&Castoldi
Luogo di edizione: 
Milano, 2001
Traduttore: 
Costantini Lionello


Presentazione: 

La pubblicazione di questo romanzo nel 1966 fu un evento letterario importante nella Jugoslavia di quegli anni, venne subito riconosciuto come un capolavoro e rese celebre il suo autore. Il testo nasceva da due decenni di dolorosa gestazione che portava a trasporre vicende biografiche in tempi, ambienti, situazioni lontane, per arrivare a questa profonda riflessione sul destino dell'uomo, sul suo ruolo nel mondo.

Il protagonista narrante è Ahmed Nurudin, il cui nome significa 'luce della fede', è il capo della comunità religiosa di una cittadina di provincia della Bosnia, all'epoca della dominazione ottomana. Uomo di convinta e serena religiosità, vive tranquillo senza inquietudini, spettatore ma non partecipe della vita dei concittadini. Fino ai quarant'anni, quando suo fratello viene arrestato per aver denunciato un'ingiustizia e assassinato dalle autorità e lui diventa un altro uomo, uomo di potere e capace di intervenire nella storia e nei destini delle persone. Appare qui il motivo autobiografico, il destino di Sevkija, fratello maggiore dell'autore, ufficiale partigiano condannato a morte dal tribunale militare, con arbitraria e ideologica decisione, e fucilato nel 1944. Il dramma umano è filtrato attraverso la riflessione e l'immaginazione, allontanato nel tempo in un ambiente storico e in una temperie religiosa islamica che lo rende poeticamente esotico. Ma il derviscio che lascia la testimonianza scritta della sua 'rivolta', del tormentoso dialogo con se stesso, parla di sè, dell'autore, di tutti noi.

Il testo è scaricabile gratis on line