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Il malinteso. Antropologia dell'incontro

Editore: 
Tascabili Laterza
Luogo di edizione: 
Roma-Bari
Anno: 
2009

Presentazione: 

Perché si continua a parlare di incontri tra culture, di dialogo, di necessità di comunicare? Perché la comunicazione risolverebbe tutti i problemi se da sempre le culture si sono incontrate e mescolate ma anche, altrettanto, scontrate?
In realtà, dice la Cecla in questo saggio provocatorio, niente genera più pace del malinteso, dell'impossibilità di capirsi. Arrivati ad un certo punto di comprensione infatti non è più possibile mediare tra posizioni diametralmente opposte e si arriva inevitabilmente allo scontro. Meglio dunque l'approccio morbido del 'malinteso' che in molti casi può essere una fortuna.
Capirsi non è importante, anzi, capirsi può significare 'guerra!' Per incontrarsi è meglio coltivare l'arte del non capirsi, mantenere una zona neutra dove le identità possono attestarsi e venire a patti, tollerarsi e accogliersi, convivere. La Cecla nega la validità da una parte dell'universalismo -siamo tutti uguali- dall'altra del relativismo, dell'indifferenza come dell'esotismo. È necessario mantenere una sorta di terra di nessuno, di 'terrain vague' in cui “sgranchirsi l'identità”: il cibo, la musica, certe lingue pidgin, i mercati, offrono situazioni in cui non è necessario capirsi per attuare scambi.
L'approccio fuori norma e l'ampia discussione delle riflessioni di molti autori sul tema, rendono assai utile questo lavoro.

Pagine di...: 

Confini e frontiere:
A che servono gli stranieri?
A che servono le frontiere?
A che servono i miscugli?
pag. 107-151
La frontiera è il luogo dove le identità si incontrano, si scontrano, si confrontano, si "scoprono" e si possono anche confondere. È un luogo particolare e pericoloso. Uno spazio tempo, un catalizzatore dei malintesi, dei conflitti, delle idee preconcette e delle prevaricazioni. Ma può essere anche il luogo del superamento del margine, del tra e in mezzo, della trasformazione dell'identità in una identità di passaggio. Passo il confine e sono, non solo altrove, ma rischio di essere un altro. Il confine trasforma l'altrove in altro e viceversa, e rende fisica l'eccezione e fa dei fraintendimenti linguaggi nuovi di mediazione. pag. 123