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La lingua che ospita. Poetica Politica Traduzioni

Editore: 
Meltemi
Luogo di edizione: 
Roma
Anno: 
2004

Recensione: 

Paola Zaccaria ci offre i risultati di una riflessione pluriennale e ad ampio spettro sulla lingua e sulla traduzione, con un'indagine in profondità su singole parole, semanticamente dense.Il discorso affronta molti temi: la posizione della donna, “straniera” in ogni contesto, il rapporto tra culture nel passato ed oggi, il senso del vivere “sulla soglia”, al confine, l'identità che si allarga come radice a rizoma e non scolorisce nel confronto con l'altro, lo scrivere e il tradurre da lingue creole e di frontiera. Il rapporto donne letteratura politica.Paola Zaccaria guarda in faccia i drammi del nostro tempo e si chiede il senso del suo elaborare teorie sulla lingua e sulla traduzione, di fronte alla violenza che domina il pianeta.Si dichiara culturalmente debitrice e si richiama a molti importanti autori/trici, ne assapora e ne scava il pensiero: Gloria Anzaldùa, Edouard Glissant, Toni Morrison, Rosi Braidotti, Grace Paley, Djebar e Mernissi e altri e molte altre, non ultima, certo, Wirginia Wolf. Ne ricava l'importanza, strettamente politica, della sua opera di donna, di traduttrice che cerca l'incontro fuori dalla fedeltà a bandiere e nazionalismi monolitici, di studiosa che “dialoga sul confine”. Si tratta di politica alta: libri per prevenire la guerra, poeti che sognano la pace e configurano modelli alternativi di convivenza.Il testo è redatto con passione e grande creatività espressiva. Il discorso si svolge secondo tutte le variabili retoriche e poetiche di ritmo, di eloquio e di significato a sottolineare, e-nucleare, rinverdire di nuove accezioni o richiami, parole logorate dall'uso.La grafica è programmaticamente differenziata e spezza le abitudini: riga non 'giustificata', numerazione delle pagine laterale, soprattutto mescola all'italiano parole straniere, senza differenziarle, tessendole in unico corpo.
Dedicato a Rafael Corrie che ha frapposto la sua giovane vita ad odi contrapposti.

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura