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Non chiamarmi zingaro

Editore: 
Chiarelettere
Luogo di edizione: 
Milano
Anno: 
2008

Recensione: 

Pino Petruzzelli, scrittore ed attore, ha avvicinato tante culture nella sua vita professionale, si è mosso in molti luoghi, ha rappresentato sulle scene con i suoi spettacoli quanto aveva conosciuto e studiato. Non è quindi un caso se il desiderio di capire e di conoscere lo spinge ora ad avvicinarsi ad un mondo che quasi tutti indistintamente rifiutano in un testo il cui titolo completo suona così: Tutti hanno paura dei rom ma nessuno li conosce. Non chiamarmi zingaro.
Perseguitati e diversi da sempre, a loro la parola.
Comincia a “vedere lo zingaro da un diverso punto di vista. Il suo.” e ci racconta qualcosa di una “etnia più misconosciuta che conosciuta”. Una?! Rom, sinti, manouche, kalè, rom khorakhanè serbi e khorakhanè bosniaci e khorakhanè kosovari...
E anche solo parlando dei rom in Romania: ”In realtà noi rom siamo diversissimi l'uno dall'altro. Qui ci dividiamo in vlaxorja, kaldarasha, rudara e in centinaia di sottogruppi: sitaria, resetaria, zagundzia, zlatarja, dudulanja, tasmanarja, ursara e mi fermo perchè altrimenti facciamo notte.”
Tanti essere umani che la civile Italia costringe a vivere tra i topi o muove qui e là come pacchi senza valore o che in Romania, attanagliati dalla crisi economica, finiscono per avere nostalgia del dittatore.
Persone, diverse: “Vivete solo di pregiudizi. Per voi, noi si nasce con il fagotto in mano e con due sole strade percorribili: il furto o il violino. Non si scappa di lì: o rubi o suoni. Il fatto che ci possano essere rom onesti e rom stonati a voi non passa nemmeno per l'anticamera del cervello. Dio ha dato a ognuno la propria croce, a noi quella di sopportarvi.”
Lo scrittore si muove come un buon giornalista a cercare storie e opinioni di persone in Italia, in Romania, in Bulgaria, si avvicina alle vergogne dell'intolleranza e alle tragedie degli incendi, facendo sentire la voce di chi le subisce; fa conoscere chi ha un ruolo sociale importante e nasconde la sua origine o la ostenta pagandone le conseguenze. Non dimentica la storia, quella più lontana dell'epoca nazista, quella recente e meno conosciuta e stigmatizzata del programma svizzero che sottraeva con la forza i figli alle famiglie jenisch (gli zingari della Svizzera) per 'rieducarli'. È in questa parte anche l'incontro con l'intensa scrittrice Mariella Mehr che ha subito e denunciato nelle sue opere queste attività.
Nella parte finale altre indicazioni, saggi, romanzi, film, siti, per saperne di più.

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura