Si tratta di un saggio che riprende la tematica del genocidio dei rom durante il regime fascista, con una particolare attenzione all’aspetto della rieducazione e della omologazione, riproposta anche in situazioni limite come quella del campo di concentramento. Vengono così alla luce i documenti che narrano di scuole sorte all’interno dei campi fascisti riservati a Sinti e Rom, in concomitanza con la costruzione di tesi che sostenevano l’inferiorità genetica di queste popolazioni. I governi europei tentarono di rendere i Sinti, i Rom e i Manouche degli “utili cittadini” tramite lo strumento dell’educazione coatta, ma simili esperimenti fallirono tutti miseramente, perché queste popolazioni resistettero.