Tu sei qui

Va e non torna

Autore: 
Editore: 
Besa
Luogo di edizione: 
Nardò (LE)
Anno: 
2000

Recensione: 

L'infanzia ai tempi della dittatura con il padre in carcere, i primi amori, gli studi programmati dall'alto e le trasgressioni per sentire la televisione italiana, la lotta degli studenti e dei democratici e la fine del regime.Ci sono per cominciare i ricordi dell'infanzia in Albania, a partire dagli amori dei quattro anni, la bimba bellina e la maestra d'asilo , per passare subito al momento dell'arresto del padre, evento vissuto con la scarsa coscienza della realtà di un bambino. "Io stavo ancora bene. Mi serviva un po' di tempo, per prendere le distanze dalla situazione e comprendere cosa significasse in termini reali." Il piccolo comprende solo l'orgoglio di fare da messaggero tra le case in cui si vive la stessa tragedia o il dispiacere di essere mandato lontano, per il suo bene, per non metterlo in situazione di scontrarsi con i bambini del quartiere istruiti a contestare la famiglia della spia. "Nel giro di poco tempo mi sarei trovato esiliato a Durazzo, dalla mia nonna materna."Comincia, con qualche semplice accenno, a disegnarsi l'ombra di un regime oppressivo. La gioia dello zio quando condannano il padre dell'autore. "Era allegro. Mi comunicò che mio padre era salvo. L'avevano condannato a soli dieci anni di galera. Ci rimasi malissimo. Allora piansi veramente." Il bambino non capisce, aspettava il padre da un giorno all'altro, ma tutti avevano temuto il peggio. Comincia un periodo in cui si aspettano solo le notizie dal carcere, in cui ci si sente continuamente spiati e si vive nella paura. Il linguaggio in questo capitolo è estremamente semplice, a brevi frasi.Nel carcere è facile entrare, difficilissimo uscire, queste idee segnano l'infanzia del protagonista che però le vive con la testa del bambino sognatore. Una missione importante gli viene affidata quando dopo molto tempo hanno il permesso di visitare il papà e finalmente si trova davanti al suo dio.Del carcere si parlerà ancora più avanti, dall'interno, descrivendo qualche momento della vita a Spac nel 1982, il sistema per tenere fuori dalla società i dissidenti, con le seconde condanne comminate in carcere sulla base di false testimonianze rilasciate da altri detenuti interessati, vendicativi o compiacenti. Le spie, il desiderio di vendetta che li mantiene in vita, la speranza dell'amnistia, la divisione tra chi potrà uscire e chi deve ancora rimanere, l'amico che nel periodo di detenzione ha tradito ed ora, al momento della liberazione si suicida.L'altro amico del padre, Ilir, viene rilasciato più tardi, ha bisogno di tempo per riprendersi, per abituarsi al nuovo spazio.Nel romanzo però a partire dal secondo capitolo, ci troviamo in Italia, il protagonista è ormai un giovane universitario che si mantiene agli studi facendo da interprete e traduttore per il tribunale. Lavora anche in una sala di intercettazione delle telefonate (e qui ancora il linguaggio si adatta ai nuovi protagonisti siano i poliziotti o gli intercettati) Non è un lavoro che consenta di vivere anche perché pagato sempre in ritardo, ma la cosa sfugge agli italiani che trattano con lui.Deve quindi risolvere i problemi quotidiani con un lavoro in pizzeria dove si sente fuori posto. I due pizzaioli sono bravi, ma Saverio odia gli studenti e gli stranieri. "Nardino, invece, il titolare, elasticizzava i miei neuroni in modo diverso", a volte lo espone in vetrina, a volte lo tratta da povero albanese che non conosce le strade o che non sa fare i conti.Al lavoro e allo studio in Italia si intercalano, in un continuo andirivieni tra presente e passato, le vicende personali e pubbliche in Albania. Dopo l'infanzia, l'adolescenza con la visione della TV proibita, le feste coi balli borghesi, proibiti anche quelli così come Dumas e parlare di gomme americane, la determinazione ufficiale degli studi da seguire, senza possibilità di scelta, la lotta degli universitari e la fine del regime, la rovinosa caduta della statua del dittatore.Qui e lì gli innamoramenti, Iris, figlia anche lei di un dissidente, conosciuta bambina, ritrovata adolescente, ancora sognata dopo l'arrivo in Italia, che in Italia risente e rivede ancora con emozione per i molti ricordi che hanno in comune, per i sogni di fuga verso occidente che hanno fatto insieme.Ed Elena, il grande amore, il grande bisogno, la più-castana-che-bionda che lo emoziona e determina il senso delle sue giornate nell'esplosione dell'euforia e nella tristezza dell'assenza, che non può fare a meno di andare a cercare senza riuscire a trovarla.Le ultime pagine rivivono la fuga verso l'Italia, sempre desiderata e mille volte programmata, ma realizzata poi in modo del tutto casuale, prendendo la prima cosa galleggiante che trova e finendo per occupare, all'inizio in cinque, una nave."...forse è la nave che si fa salire...E il mare che si fa attraversare."

Autore della recensione: 
Maria Rosa Mura