Non è da tutti capire che in questo nostro piccolo mondo in cui il dilemma è pandoro o panettone, non c'è posto per un PALESTINESE TRISTE.
Muin Masri lo sapeva ancor prima che glielo spiegassero i suoi figli con la loro gioia di vivere e certo ha imparato bene la lezione: se aprite il testo pensando all'attualità della Palestina, feroce in modo mai visto, resterete spiazzati. Non ci sono pianti e lamenti, continue tragedie. Sì, il dolore di quelle telefonate, Ciao, ci sei ancora? fatte con trepidazione e dicendo le cose più importanti da dire, non sia mai l'ultima volta che ci sentiamo, mamma.
C'è invece la VITA, quella che ogni essere umano desidera per sè e per i propri cari
"Potevo ammazzare morire o andar via". Ha chiesto di andare in America, è finito in Italia. E quando ricorda i "miracolosi" incontri che ha avuto nel difficile avvio in un paese straniero, la sua conclusione è "Grazie alla vita."
Non sarà un caso se, unendo i nomi arabi dei suoi figli, ne ricava "Buon giorno, Vita".
Il libro prende l'avvio con una sezione "Lessico familiare" che accarezza il lettore italiano e gli propone le foto che rievocano analoghe vite familiari, semplicemente con Aid el-Fitr al posto di Natale. La bella, giovanissima madre, il gran sorriso del padre, le loro vite illuminate dai sogni e dalla felicità di avere dei figli, il profumo del pane "pieno di ricordi; casa, vita, bambini."
Una cascata spumeggiante e leggera di ironia si diffonde in molte pagine, episodi, racconti di ieri e di oggi, scivolando tra il mondo in cui è nato e quello in cui è vivo. Dettaglia anche la vendita della croce, di cui parla il titolo: "tutto compreso, chiodi in mano, corona di spine, vista Terra Santa e due posti ambulanza..." L'ironia non lo allontana dalla riflessione, dall'approfondimento, dalla necessità esistenziale di entrare nella testa degli altri. Vive da anni la giornata della memoria diviso tra imbarazzo e vergogna e quest'anno sente un ulteriore peso sul cuore e sulla coscienza. Ricordare. La Shoah, i sopravvissuti? quello che sta succedendo a Gaza, i sopravvissuti? l'orrore del 7 ottobre nei kibbutz? "Non riesco ad andare oltre un pianto muto", "Non riesco ad andare oltre un pensiero muto", "Tutto questo non ha senso". Come non condividere il suo "Appello disperato ad una sopravvissuta", il suo messaggio a Liliana Segre?
Il libro si legge agilmente, così suddiviso in brevi passaggi, con suggestioni molto varie, il linguaggio scivola a volte nella poesia, spesso, molto spesso come meccanismo poetico l'autore usa la ripetizione. "Odio la guerra", due pagine di "odio la guerra perchè..."
L'italiano è la lingua dei sogni, perchè in Italia ha cominciato a costruire i suoi sogni senza la necessità di dover combattere, uccidere o fuggire. "Tra uccidere e morire c'è una terza via, vivere"
PS Non si rifiutano le proposte degli amici, ma la copertina non sembra in sintonia con gli scritti: una bambina pensierosa, privata dell'infanzia, ad una finestra scardinata, col muro perforato da proiettili. Non appare il malizioso sottotitolo che potrebbe dare una traccia al lettore che apre un testo pensando di vedervi grondare sangue.Forse un esile frassino piantato nel Canavese, nutrito con un po' di terra di Nablus e che cresce a dispetto dei cinghiali?