Volontari in rete per l’interazione
di Fulvio Gardumi
E’ da qualche mese che alcune associazioni e gruppi di volontariato operanti in Trentino nell’ambito dell’accoglienza ai migranti hanno deciso di dar vita ad un coordinamento, finalizzato a confrontare le varie esperienze di “terza accoglienza” (successiva al percorso di accoglienza Cinformi), unire le forze, formulare proposte, fare opinione pubblica, rapportarsi con le istituzioni in maniera coordinata. Dopo una serie di incontri, per lo più a Trento presso l’Oratorio S. Antonio, si è trovato anche un nome: Oltre l’accoglienza, Volontari in rete per l’interazione.
I primi ambiti di attività individuati sono: la predisposizione di una mappa provinciale delle realtà di volontariato e istituzionali impegnate nell’accoglienza; la sensibilizzazione dell’opinione pubblica con incontri sul territorio, presenza sui mass media, raccolta di documentazione, diffusione di buone pratiche; la ricerca di opportunità di formazione, lavoro e alloggio per i richiedenti asilo e profughi; l’istituzione di rapporti costanti con le amministrazioni pubbliche. Agli incontri partecipano una decina fra associazioni e gruppi di volontariato, ma anche persone singole interessate a questi temi. Per lo più sono presenti realtà della città di Trento e dintorni, ma sono rappresentati anche Rovereto e l’Alta e Bassa Valsugana. Altre realtà che hanno espresso interesse operano nelle Giudicarie e nel Basso Sarca, ma le distanze non favoriscono gli incontri.
I partecipanti hanno individuato tre macro aree e si sono organizzati in altrettanti gruppi: ricerca alloggio, formazione e lavoro, comunicazione e sensibilizzazione. Per il momento ci sono state due uscite pubbliche: una in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, il 19 giugno, e una in apertura della Settimana dell’Accoglienza, domenica 8 ottobre, con un convegno a Trento Fiere sul tema “Dall’accoglienza all’integrazione: riflessioni e proposte dei volontari”. Il dibattito interno al coordinamento è molto intenso. I problemi da affrontare sono molti, le difficoltà pure, ma il confronto di esperienze, sensibilità, competenze diverse ha dato già buoni risultati. E potrà darne ancora di più se al coordinamento aderissero altre realtà operanti in Trentino. La vastità dei problemi e i differenti approcci non facilitano certo il compito che il coordinamento si è posto: si stanno ancora cercando modalità operative più snelle e funzionali.
Nella prima fase si è cercato di individuare ed analizzare i principali problemi legati al fenomeno migratorio e di trovare possibili risposte. Ad esempio per quanto riguarda il problema dell’alloggio, che è il più urgente e drammatico, specie all’avvicinarsi della stagione fredda, si sono cercate le cause della scarsità di case disponibili e del rifiuto di molti proprietari di affittare appartamenti a stranieri. L’altro grave problema è la difficoltà di trovare i fondi per pagare gli affitti, difficoltà legata alla mancanza di lavoro per molti rifugiati. Anche in questo caso si sono analizzate le cause della scarsità di lavoro e si è deciso di puntare sulla formazione professionale, sui corsi di lingua italiana, sulla ricerca di tirocini, sulla creazione di opportunità lavorative. Un ambito su cui si sta ancora discutendo riguarda la comunicazione e le attività di sensibilizzazione. La propaganda politica che cerca di sfruttare le paure ed ingigantire le difficoltà è molto forte e rischia di vanificare il lavoro silenzioso di tante realtà impegnate nell’accoglienza. Anche il Gioco degli Specchi è un tentativo di fare opinione in modo diverso, positivo, condiviso. E di contribuire ad andare “oltre l’accoglienza”.