La raccolta di racconti, o, come recita il sottotitolo, “frammenti di narrativa” dell’autore brasiliano, affronta uno dei temi, quello amoroso, più dibattuti nella storia della letteratura mondiale.
La sfida appare tutt’altro che semplice: in primo luogo perché mettere per iscritto un tema così ampio e “inflazionato” richiede un surplus di originalità ed inventiva, in secondo luogo in quanto la forma del racconto o del frammento narrativo richiede una dose di incisività molto significativa. L’idea appare senza dubbio encomiabile e molto ambiziosa, anche perché non concede alcuno spazio, a partire dal titolo, a mediazioni: in questa raccolta si scriverà l’amore, fa intendere l’autore.
Il libro è suddiviso in tre sezioni, rispettivamente “oro,” “incenso” e “mirra.” Secondo la tradizione greca, Mirra è una ninfa che rifiuta a tal punto l’amore (Afrodite) da venire punita dalla stessa e, infine, viene costretta a trasformarsi in un albero. Non sappiamo se l’autore avesse in mente questo episodio, quando ha fatto tale scelta, tuttavia essa ci fornisce uno spunto per parlare della raccolta, che, nella maggior parte dei suoi brani parla di amori finiti, traditi, spenti.
Il tono dell’intero testo è forse espresso bene nel quadretto narrativo che lo apre, dal titolo “All’alba” che parla di un amore vivo, travolgente, bruciante ma appartenente al passato ed il cui ricordo, “retrogusto” scrive l’autore, colora il presente: “e il retrogusto lasciato da quell’esperienza profonda, cancellata dalla memoria, sarà responsabile – dopo che il caffè mattutino avrà fatto il suo effetto – dell’energia sicura, paterna, da spendere nella nuova giornata.”
La rassegnazione, la nostalgia e l’idea di un passato che non c’è più percorrono molti racconti e colpiscono, direi imprevedibilmente, quel lettore che, carico di aspettative (dato il tema) o comunque impaziente di leggere di amori felici che lo allontanino dai pensieri della quotidianità, si imbatte nelle storie che a quella quotidianità appartengono e che la dipingono disperatamente grigia. Il tratto della penna che descrive fatti, situazioni e sentimenti è molto asciutto, secco, talvolta spietatamente realista: forma narrativa, stile e contenuto seguono, in tal senso, la stessa direzione, rincorrendo e alimentando un’idea di amore o, meglio, dell’ombra di un amore, triste e nostalgico, senza guizzi, passeggero.