Orologio e nécessaire di Gemma Zantoni, Albania
dagli anni 30 fino agli anni 90, prestati da Maia Tirana
Gemma è nata a Krk/Veglia ed è cresciuta a Pola, si laurea in lettere a Padova e nel 1935 sposa un ufficiale di marina albanese.
Lo segue nel suo paese e comincia a insegnare italiano e francese.
Questo è l'orologio comprato con il suo primo stipendio e molti anni dopo regalato alla figlia.
Il nécessaire che Gemma usava anche come borsetta elegante.
Sono anni economicamente difficili, per l'Albania in generale, per la famiglia in particolare. Il marito viene arrestato nel 1946 perchè si rifiuta di collaborare come spia per il regime; anche dopo la scarcerazione non riottiene il suo posto di lavoro, ma solo mansioni umili e poco remunerate. Gemma riesce a continuare a insegnare, sostenuta e aiutata dai suoi ex allievi. Grazie al loro interessamento ottiene il permesso di visitare i parenti e la madre che dal dopoguerra sono profughi in Italia, a Treviso. Può farlo però solo nel 1962 e solo per tre volte in tutta la sua vita.
La stima dei suoi allievi si esprime anche con la dedica al suo nome di una strada di Tirana, ancora esistente.
Negli anni 90 il governo italiano si interessa delle 75 donne che sono rimaste recluse in Albania con l'avvento del regime comunista: non hanno mai rinunciato alla cittadinanza italiana, ma iscritte d'ufficio in quella albanese non avevano passaporto e la libertà di muoversi, ora chiedono almeno per figli e nipoti la possibilità di venire in Italia. Lo racconta Alberto Bobbio in un articolo di Famiglia cristiana (27/1992).