di Maria Rosa Mura
Riprendiamo questo titolo dall'editoriale di Marco Cattaneo, che introduce il numero di dicembre 2014 di Le Scienze, ampliamente dedicato all'importanza della diversità nel lavoro scientifico.
“Lavorare in un ambiente eterogeneo, in cui ci si confronta di continuo con persone di diversa estrazione culturale, - dice il direttore dell'edizione italiana di Scientific American - non è solo un privilegio, è un'opportunità per ampliare i propri orizzonti. Ed eventualmente innescare la nascita di nuove idee. Ne è un esempio lampante il CERN, che ha fatto della diversità la propria bandiera”.
E infatti la nuova direttrice Fabiola Gianotti lo sottolinea sempre con forza.L'esperienza di tutti, anche solo ripensando ai nostri anni di scuola, ci dice che “in un gruppo eterogeneo l'individuo apprende e migliora le proprie capacità più rapidamente”. La rivista ce ne dà conto citando molti lavori e dati in questi articoli che ci interessa riproporre all'attenzione: L'equazione dell'inclusione di Fred Guterl, Come funziona la diversità di Katherine W. Phillips, Alla ricerca delle idee migliori di Stephanie Hill e Aprire le porte a tutti di Victoria Plaut, http://www.lescienze.it/edicola/2014/12/03/news/le_scienze_n_556-2390211/.
Decenni di ricerche di psicologi, sociologi, economisti e demografi mostrano che i gruppi socialmente diversificati (in cui c'è diversità di età, colore della pelle, origine etnica, genere, orientamento sessuale, classe sociale, conoscenze, cultura…) sono più innovativi di quelli omogenei.In un gruppo eterogeneo si parte istintivamente dalla convinzione che bisogna mettere in campo modi di vedere diversi; avendo un retroterra diverso si forniscono agli altri informazioni nuove; si guarda lo stesso tema da una molteplicità di punti di vista; ci si prepara meglio e di più perché bisogna difendere le proprie opinioni o anche solo si pensa di doverlo fare. Se per preparare un rapporto per un convegno devo collaborare con un americano e io sono cinese, mi immagino quanto meno qualche difficoltà di comunicazione e mi impegno più a fondo per spiegare i miei ragionamenti e quindi il lavoro ne guadagna. La diversità corrisponde a maggiore diligenza e apertura mentale. Una differenza di genere o di cultura crea prospettive particolari; ad esempio negli studi scientifici influenza non solo il modo di affrontare gli argomenti ma anche la loro scelta. Sono stati fatti degli studi per vedere gli effetti della diversità di genere nei vertici aziendali e si è notato un aumento di produttività dove erano presenti anche le donne; lo stesso è stato verificato per la diversità di origine etnica. Altri studi hanno rilevato che gruppi misti si scambiano meglio le informazioni, dato che non danno per assodato che informazioni ed opinioni siano uguali, come invece succede se il gruppo è omogeneo. Va precisato che lavorare con persone diverse da noi non è facile, richiede impegno e fatica; è necessario superare pregiudizi inconsci e attriti interpersonali. Va creato l'ambiente giusto, un ambiente di inclusione e collaborazione, va alimentato il senso di appartenenza e le persone devono sentirsi sempre a proprio agio. È un lavoro più duro rispetto a quello dei gruppi omogenei, ma dà risultati migliori. “Se la diversità fa soffrire, è una sofferenza che somiglia a quella dell'allenamento sportivo.” Non è nemmeno un lavoro da sottovalutare: ci sono aziende che si organizzano assumendo un responsabile della diversità o lanciando gruppi d'azione per la diversità. In questo modo c'è qualcuno che cerca di capire i problemi e ne studia le relative soluzioni, tiene d'occhio la situazione e se ne assume la responsabilità, senza lasciare tutto al caso o alla buona volontà dei singoli. Peccato che aziende e Stato non assumano in gran numero per questo scopo e non solo per il lavoro scientifico e tecnico! Ma chi è convinto di quanto anche la scienza ci conferma, potrà sempre darsi da fare, ognuno nel proprio ambito, per creare l'ambiente di lavoro e di vita migliori in cui le diversità siano visibili e valorizzate.