Il film racconta le vicende di Gaetano e di Alì. Il primo vive a Parma con la zia.
Il padre Antonio è emigrato in Germania dove progetta di aprire un bar e vuole che anche Gaetano lo segua, che anche questi fugga da una terra che per lui ha sempre rappresentato miseria e morte. Ma Gaetano non vuole partire, un legame forte, per certi versi inspiegabile, lo tiene legato alla sua terra. Lì è sepolta sua madre con la quale continua a dialogare nelle frequenti visite alla sua tomba. Alì è invece un migrante clandestino, sfruttato come lavoratore irregolare, costretto a riprendere una fuga senza meta che sembra infinita.
Le storie parallele dei due personaggi ad un certo punto finiranno per incrociarsi, per specchiarsi l'una nell'altra, accomunate dalla disperata condizione dell'impossibilità di gestire ed orientare il proprio destino.
Dal suo paese nel nord della Sardegna, il ventenne Massimo arriva a Cagliari per gli studi universitari e per lavorare nel disco-bar dello zio Giuseppe. Brillante e ironico, appassionato conoscitore di letteratura, Massimo si dedica alla scrittura ed ha l’obiettivo di far pubblicare un suo romanzo. Si ritrova in un contesto che ha ormai tutti gli aspetti di una moderna città multirazziale (Cagliari, quartiere della Marina), si infatua di una giovane danzatrice cubana attraverso la quale conosce alcuni artisti che lavorano con materiali riciclati, costituendo una nuova filosofia del vivere contemporaneo il cui solido concetto di base è che “tutto torna”. Ma come in ogni “romanzo di formazione”, la sua quotidianità ricca di curiosità e stimoli sarà presto messa in crisi.
La pianura padana come il Punjab. Sono più di 2000 i Sikh nella provincia di Reggio Emilia, i temibili uomini dal turbante descritti da Salgari come spietati guerrieri, sono in realtà uomini gentili che, per il tradizionale rispetto che hanno delle mucche, fanno i mandriani e si occupano di loro nelle grandi stalle della pianura padana. Le famiglie sono venute qui dal Punjab con la voglia di farsi un futuro, di fare soldi e poi chissà un giorno tornare. Sono arrivati con le loro spezie, le loro preghiere, i loro canti, le loro mogli. Oggi che sono integrati nella società italiana, cercano di mantenere gelosamente la loro cultura, i loro principi, ma i figli, che mordono il freno, vogliono sentirsi uguali agli altri ragazzi "del muretto".
Il video rappresenta in maniera ironica il sentirsi italiani da parte dei figli degli immigrati cresciuti in italia. Quanto e quando ci si sente italiani?
https://www.youtube.com/watch?v=R4Gq_byUuQA
Nuove "Onde" sono arrivate. OndeG2 è uno spazio radiofonico ideato e realizzato dalla Rete G2 in collaborazione con Radiopopolare. Questo video è un mix d' interviste passate, commenti divertenti, voci dal backstage, riflessioni sulle seconde generazioni e tutti i temi che abbiamo trattato, il tutto accompagnato da immagini fisse prese da diversi momenti di redazione e non solo.
I figli degli immigrati hanno voglia di urlare. Questo video raccoglie le urla di sfogo e di rabbia di alcuni figli di immigrati nati o cresciuti in Italia che chiedono che il Paese si renda conto della loro esistenza e dei loro bisogni. Chiedono di avere la cittadinanza italiana per avere le stesse opportunità dei loro coetanei.
https://www.youtube.com/watch?v=bu7uUGBntVs
Video documentario montato con stralci delle prime riunioni della rete G2, traccia con ironia la nascita informale della rete G2. Evidenziando questioni e riflessioni comuni ai figli dell'immigrazione.
Torino, quartiere San Salvario. In questo ghetto per gli immigrati dal terzo mondo si incrociano i destini di cinque persone: Sergio, un ragazzo nato nella periferia torinese, che vive alla giornata sognando di poter viaggiare per il mondo; Judy, un' ex prostituta nigeriana, e la sorella minore Jennifer, costretta a ripercorrere le orme della sorella; Badu, musicista etiope, che accumula denaro con lo spaccio di droga in attesa di raggiungere il successo; Ralmi, minorenne marocchino, che vuole arricchirsi velocemente (e illegalmente) in contrasto ai dettami della fede musulmana. Un giorno Sergio, Badu e Judy si mettono in affari producendo videocassette di false trasmissioni televisive a cui partecipano gli immigrati. Le cassette vanno a ruba, acquistate dagli stessi immigrati protagonisti che le spediscono in patria, ai familiari ignari, come testimonianza del benessere raggiunto.
Questo film è il diario della genesi della ormai famosa Orchestra di Piazza Vittorio, band nata da un'iniziativa di Mario Tronco, il tastierista degli Avion Travel, e Agostino Ferrente, che, nel quartiere di Roma dove gli italiani sono "minoranza etnica"... hanno riunito un gruppo di musicisti che vengono da tante parti il mondo.
Dai vicoli della Medina di Fez ai vicoli di Genova: quattro fratelli raccontano il loro processo di integrazione in Italia. Figli di uno dei primi immigrati marocchini che negli anni ’70, ignaro di distanze e costi di un paese sconosciuto, spese tutti i suoi risparmi per pagare un taxi che lo portasse da Roma a Genova. Ma la storia di Lahcen Khay è destinata a rappresentare anche il coronamento di un sogno che accomuna tutti gli emigranti: negli anni trascorsi a Genova è riuscito ad aprire un’attività commerciale e a crearsi una famiglia, così che alla fine degli anni ’90 ha deciso di ritornare nel suo paese da uomo “ricco”. A Fez, in Marocco, Lahcen apre il Cafè Genova, simbolo di un sentimento nostalgico e di un attaccamento alla realtà italiana.
DVD, distribuzione Documè film.