Il film narra la storia di Assane, un ragazzo senegalese che parte per l’Italia in cerca di un lavoro e di una sistemazione. Dopo un naufragio e l'approdo a Lampedusa, inizia a lavorare, in nero, nel sud dell'Italia, ma lui vuole altro e decide di trasferirsi a Firenze dove vive la cugina che ha un lavoro regolare ma che ormai ha dimenticato le sue tradizioni e la sua religione, e per questo la convivenza risulta difficile. Parte ancora, verso Torino dove qualcosa nella sua vita sembra cambiare..
Bing arriva clandestinamente in Italia dalla Cina. Ad attenderla c’è il suo nuovo fratello.
«Il film costituisce il capitolo conclusivo di una trilogia sulla condizione esistenziale imposta dalla clandestinità, iniziata con Il giorno del santo (2002) e Maria Jesus (2003). Anche in questo caso, si è creato durante il lavoro con gli attori un’intensa sintonia, risolta in un cortocircuito tra esplicita finzione e intima realtà: un gap che ha lasciato sul terreno gli spazi tra i visi, i corpi e le poche parole all’interno di una storia sbilanciata verso un altrove che incalza. Mio fratello Yang è nato infatti dal desiderio di rispondere a delle domande, ma più ci addentravamo in questa ricerca, più diventava evidente una sola risposta: tutto era sfuggente, inafferrabile, rarefatto. Eppure tutto era lì, in quelle vite scoperte» (G. De Serio, M. De Serio).
L’ultimo giorno di lavoro di una ragazza curdo-irachena in Italia.
“Ué…paisà- atto I. Franchein” è un documentario nato dalla domanda: "è possibile integrarsi nel popolo italiano comunicando mediante l’espressione più radicata, ossia il dialetto?" In Italia, infatti, in ogni paese o città si parla un dialetto differente, a volte, più dell’italiano stesso. Ecco dunque l’incontro/intervista con Talla, ambulante senegalese, immigrato regolare.
Talla parla un dialetto barese dei più antichi, quello della città vecchia, quello stesso linguaggio proveniente da una realtà cittadina avvolta dall’emarginazione e dal disagio sociale. Talla, chiamato da tutti “Franchein“ (Franchino), esprime infinità dignità, sottolineando le diversità religiose, le difficoltà quotidiane, gli obiettivi futuri della sua vita.
Il dialetto è davvero una porta d’ingresso privilegiata per accedere nella società: dopo pochi minuti, superato l’impatto folkloristico, miracolosamente non ci si accorge quasi più della diversa colorazione della pelle perché, quella lingua, è compagna di vita di tutti gli italiani, nelle proprie rispettive cadenze e negli infiniti dialetti. Straordinarie, inoltre, e interessantissime, la gestualità e le espressioni di Franchein proprie di chi parla il dialetto barese.
Ultima considerazione: forse, la migliore comprensione di culture ed abitudini dei popoli, passa proprio dalla conoscenza profonda della lingua.
Nikolas è un medico straniero poco integrato in un paese di provincia. Un giorno in ambulatorio arriva una bambina colpita da shock anafilattico. Nikolas capisce che la vita della piccola dipende dalle scelte che dovrà fare in pochi secondi, nella completa solitudine della sua responsabilità...
Il ritratto di una ragazza di 17 anni, Nisansala, dello Sry Lanka che da circa 3 vive a Roma dove ha raggiunto i genitori, immigrati da lungo tempo. La ragazza è alle prese con la complessa e contraddittoria condizione della propria identità, sospesa tra il radicamento e il rifiuto del suo paese di provenienza.
“Volevo indagare l’esperienza di sentirsi stranieri, raccontare lo spaesamento, la sospensione e le contraddizioni quotidiane in cui vivono le persone divise tra la loro cultura d’origine e quella del paese ospitante. In questo percorso riconosco ora una parte di me, quella che, seppur in condizioni di privilegio, ha vissuto all’estero ed è stata ‘straniera, non integrata’” (E. Lodoli)
Tirana - Niko è un cinquantenne ex segretario del Partito Comunista Albanese ed ex professore. Suo figlio Mikel è emigrato in Italia ma lui non ha notizie da tempo anche se con regolarità giungono soldi alla famiglia in Albania.
Niko, raccimolato il denaro, decide quindi di organizzare il viaggio per l'Italia, dove vuole rintracciare suo figlio, scoprire che fine ha fatto e che cosa è diventato.
Foku è il tentativo di raccontare la storia di 4 ragazzi e il loro lavoro nelle ex acciaierie Falk. Jon, Titti, Miki e Sandu sono alcuni tra coloro che negli ultimi anni hanno vissuto tra i vecchi capannoni dismessi, estraendo rame e cercando di difendersi dalle molte insidie. Le immagini di quello che è stata in passato vivono attraverso gli occhi del custode che lega a quei capannoni i ricordi del suo lavoro, di quello di suo padre e di moltissimi amici e colleghi.
«Un’enorme area dismessa, un insieme di capannoni e palazzine che, fino a pochi decenni fa, ospitavano una delle maggiori realtà della siderurgia in Europa. Oggi quell’area è il rifugio, la casa e il posto di lavoro di chi ha una realtà spesso complicata da vivere. Realtà invisibili e spesso inimmaginabili per chi vive oltre il muro di cinta […]. Crediamo nella possibilità di rendere una testimonianza di queste storie diverse, nella preoccupazione che la totale demolizione dell’area – da riconvertire in un grande centro polifunzionale – le cancelli per sempre». (C. Bozzatello)
Un ispettore di polizia alle prese con il caso della sua vita pronto a tutto per risolverlo. Un sedicente interprete in cerca del primo impiego. Un immigrato nel luogo e nel momento sbagliato. Su tutti, l’ombra del terrorismo internazionale.
«Colpevole fino a prova contraria non vuole puntare il dito e criticare la polizia italiana, ma è una critica al metodo globale usato per la lotta al terrorismo, una specie di pesca a strascico che purtroppo causa anche molte ingiustizie». (H. Krissane)
Approdo Italia si occupa di due figure di quotidiano e straordinario altruismo, un prete originale ed un ragazzo volontario che ospitano in parrocchia, ma anche in Chiesa e nelle loro stesse case, gli immigrati clandestini che arrivano quasi ogni giorno nei battelli improvvisati per attraccare esausti nei porti intorno a Siracusa: si occupano di loro, offrono loro un letto e un pasto caldo, si preoccupano dei loro documenti ma soprattutto restituiscono loro la dignità di cui ogni essere umano ha bisogno.
Visibile qui http://vimeo.com/52915181