di Mirza Latiful Haque
Non ci sono più scuse per chiudere gli occhi di fronte agli impatti devastanti dei cambiamenti climatici sulla società e l'ambiente del Bangladesh, uno dei paesi al mondo più vulnerabili.
Secondo il rapporto della Banca Mondiale, ‘Turn Down the Heat: Climate Extremes, Regional Impacts, and the Case for Resilience’, uscito nel giugno 2013, 40 milioni di persone in Bangladesh entro il 2050 perderebbero i loro mezzi di sussistenza e 30 milioni sarebbero sfollati all'interno del paese o emigrati. Andrebbero a incrementare il numero dei rifugiati ambientali già ampiamente presenti nelle nostre baraccopoli urbane, a seguito di annuali inondazioni ed erosione degli argini. Questo aggraverebbe le condizioni di vita mettendo completamente in crisi infrastrutture urbane e servizi fino a costituire una minaccia esistenziale.
Già ora gli effetti dei cambiamenti climatici negli ultimi dieci anni costano all'economia del paese l'1% del PIL annuale.
Le iniziative nazionali in Bangladesh
Affrontare l'impatto di cambiamenti climatici di tale dimensione in mancanza di risorse e di adeguata capacità tecnologica è certamente difficile. Ma i resilienti del Bangladesh non si arrendono e si preparano ad affrontare gli effetti in corso e quelli a lungo termine, con tutte le conoscenze locali disponibili. Il paese sta costruendo dighe, modificando le pratiche agricole e l'irrigazione sui terreni per evitare la siccità; ha sviluppato varietà di colture adatte al cambiamento climatico in atto e a quello che si manifesterà sempre di più nel futuro; ha avviato il programma di coprire di foreste il 20% del suolo entro il 2015.
Il governo del Bangladesh ha curato al massimo grado la nostra capacità nazionale di affrontare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici e ha sviluppato una vera e propria strategia (BCCSAP) 2009. Il Bangladesh è il primo tra i paesi in via di sviluppo a essersi dato un piano d'azione integrato.
Il Bangladesh ha dato vita a due diversi fondi per il clima. Uno è il Fondo Fiduciario Bangladesh Cambiamenti climatici (BCCTF), l'altro è il Fondo Resilienza Bangladesh Cambiamenti climatici (BCCRF) che prevede molti donatori. Entrambi i fondi hanno gli stessi obiettivi, realizzare il piano d'azione del 2009, ma con differenze nella procedura di gestione del fondo. Fino ad oggi, entrambi i fondi per il clima sono stati considerati come iniziative pionieristiche per un governo nazionale, in particolare in un paese in via di sviluppo.
I crescenti problemi di finanziamenti per il clima
I miliardi promessi a Cancun (Conferenza delle Parti, COP 16) (30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 e 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020) per la prima volta ha dato ai paesi obiettivi comuni e occasioni di incontro. I 30 miliardi promessi per finanziare l'avvio delle attività, finanza fast-start FSF, oltre ad essere chiaramente insufficienti, non sono ancora stati erogati. Sono disponibili solo 2,4 miliardi di dollari.
Inoltre i paesi in via di sviluppo hanno espresso la loro preoccupazione per le misure adottate per affrontare il gap finanziario tra la fine del Fast Start Finance (FSF) (2010-2012) e l'inizio del Long Term Finance (LTF) nel 2020.
Essi hanno sottolineato la necessità che i paesi sviluppati si impegnino a fornire risorse nuove e aggiuntive per il periodo 2013-2020 (finanza di medio termine), ma sul finanziamento a medio termine non c'era alcun impegno (COP 18 a Doha ) e ci sono molti dubbi che si trovino nuove risorse aggiuntive..
Il Fondo Verde del Clima
Alla COP 16 di Cancun, è stato istituito un Fondo Verde del Clima (GCF) per sostenere progetti, programmi, politiche e altre attività nei paesi in via di sviluppo.
Nelle Conferenze delle Parti successive ne sono stati specificati e decisi le funzioni, gli strumenti operativi, le priorità programmatiche, i rapporti con la COP stessa e con la Banca Mondiale. Come sede operativa è stata scelta Songdo, Incheon, nella Repubblica di Corea.
Grande importanza è stata data alla necessità di un segretariato indipendente, con gestione trasparente, al bisogno di garantire gli indispensabili finanziamenti e all'individuazione dei finanziatori (sia i paesi sviluppati sia una varietà di altre fonti, pubbliche e private), allo sviluppo di una procedura che bilanci l'assegnazione di risorse del GCF tra le attività di adattamento ai mutamenti climatici e quelle di mitigazione degli effetti.
Per ultimo il COP 20 di Lima ha chiesto di accelerare l'operatività del Fondo Verde e di garantirgli risorse adeguate che facilitino una rapida operatività e vadano ad incrementare gli attuali 10,2 miliardi di dollari, una disponibilità che lo rende il più grande fondo dedicato al clima.
Aspettative del Bangladesh
Il Bangladesh si aspetta che i paesi sviluppati nell'ambito del Commonwealth favoriscano i paesi meno sviluppati e mobilitino risorse per combattere il cambiamento climatico. Si prevede che un forte impegno politico del Commonwealth a favore dei paesi più vulnerabili potrebbe essere poi più facilmente sostenuta da tutti i paesi membri del COP.
Considerando la natura complessa degli effetti negativi dei cambiamenti climatici, il Bangladesh richiede il sostegno della comunità internazionale. È necessario aumentare i fondi a disposizione per affrontare una serie di problemi e prevenirli. Si elencano di seguito solo alcune necessità: la preparazione alle emergenze, coinvolgendo le persone colpite in tutti gli aspetti della preparazione; l'educazione delle persone rispetto ai cambiamenti climatici e alla necessità di adattarsi alle nuove condizioni; l'apprendimento rapido e a tutte le regioni sui modi per integrare lo sviluppo economico e la riduzione della povertà con la necessità di ridurre le emissioni e l'impronta ecologica; il sostegno degli sforzi per la costruzione di economie forti e per creare istituzioni in grado di fornire servizi igienico-sanitari essenziali, istruzione e servizi di protezione sociale, come ad esempio le assicurazioni, a tutti i residenti nel paese, in modo che essi abbiano una maggiore possibilità di sopravvivere ai disastri.
Essenziale è sostenere la ricerca scientifica sui modi in cui le comunità povere possono adattarsi ai cambiamenti climatici; individuare le zone più vulnerabili; dare priorità agli sforzi delle comunità per migliorare le capacità di adattamento ad un clima meno prevedibile; valutare i costi di adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi poveri; fare ricerca e innovazione per ridurli; trovare nuovi meccanismi di finanziamento.