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Parole di verità e solo quelle

di Maria Rosa Mura

Ricordo i consigli ai giornalisti che Giovanni De Mauro elencava in un “Internazionale” di maggio. Ne cito solo qualcuno: “Pensa più alla correttezza che all'obiettività. Sii rigoroso. Verifica i fatti spietatamente. Racconta le storie che interessano a te. Fai capire chiaramente quali sono le tue convinzioni e i tuoi pregiudizi, mettili sempre in discussione. Scrivi e parla con la tua voce. Racconta le storie di cui nessuno parla.”

Particolarmente interessante era: “Non leggere i commenti on line”, e passo il consiglio ai nostri telegiornali e infine: “Proponi, proponi e continua a proporre. Tieni duro.”

 

Giornalisti così grazieadio ne abbiamo, ma vorrei che fossero la maggioranza, vorrei trovare nei media parole di verità e solo quelle.

Indro Montanelli, parlando di “un regime” del secolo scorso, vedeva un'Italia “che stava morendo di silenzio o di false parole che sono peggio del silenzio”.

Non so il regime, certo false parole e silenzio ne abbiamo anche oggi da vendere.

“Emergenza immigrazione”: quale emergenza dura vent'anni se non quella costruita e mantenuta in vita ad arte, quando i politici evitano di affrontare i problemi?

“Clandestino”: questa parola, ripetuta in modo ossessivo, con una connotazione di colpa (per l'interessato) e di minaccia (per gli altri), non ha fondamento giuridico né equivalente in altri paesi. Non fanno nessuna distinzione tra immigrati irregolari e chi potrà chiedere asilo: se scappi da un dittatore o dalla guerra, prima di uscire dal tuo paese passi in ufficio a farti dare i documenti?

“Il peso dell'accoglienza”: dopo le intercettazioni che ci hanno chiarito quale affare siano i migranti per la nostra malavita abbiamo il coraggio di parlare di peso? Se sono un peso, perché non accelerare i procedimenti per il riconoscimento del diritto di asilo e razionalizzare le procedure? mesi e anni di attesa, burocrazie kafkiane, quelli sì sono un peso che schiaccia chi li subisce.

 

Ma lo sport preferito sono il tiro al piattello delle cifre: un milione di clandestini sulle coste libiche pronti ad invaderci. Due milioni, no, cinquecentomila. Pronti a partire.

Chi li ha contati?

Non lo so quanti sono e non tutti  vengono verso l'Italia, chiedete alla Turchia, alla Grecia (che è un po’ debole di salute), alla Spagna, per parlare solo di Europa, ma i profughi sono essenzialmente in altri paesi del mondo, spesso i più poveri.

So solo che saranno sempre di più e anche a volerli ammazzare, come propongono voci SUINternet (copyright Bergonzoni) in base ad esempio all'appartenenza religiosa, non riusciremmo a produrre abbastanza armi, nonostante l'eccellenza italiana in questo ‘settore economico’, un made in Italy ad alto livello anche se ne parliamo pochino.

Saranno sempre di più perché stiamo distruggendo il pianeta e continuiamo a comportarci come se questo problema non ci riguardasse tutti.

Arriveranno quindi anche i profughi per motivi ambientali, milioni (non li ho contati). Meglio prepararsi e provvedere, partendo dall'assunto che la migrazione fa parte della storia umana, che i sedentari sono una esigua minoranza, che cambiamenti climatici, disastri ambientali, conflitti per le risorse e diseguaglianze provocano spostamenti epocali.

È un problema degno della nostra attenzione, un po’ più di Flegetooonteee e di Carooonte, dell'arrivo di ondate di caldo in estate e di flussi di aria fredda d'inverno. Usiamo, e pretendiamo, parole vere, analisi complete. Soprattutto non diamo i numeri.

PS Per chi ci tiene a usare parole rispettose delle persone e della realtà: “Parlare civile. Comunicare senza discriminare”, un progetto di Redattore sociale: http://www.parlarecivile.it/home.aspx