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Media

Mass media e migrazioni. Tentativi di superare stereotipi e pregiudizi

di Manuel Beozzo

Il 28 aprile scorso nelle maggiori stazioni di Bruxelles e della Vallonia sono state distribuite gratuitamente 100 mila copie della rivista “Le Bienvenu”. La pubblicazione, sostenuta da diverse organizzazioni tra cui Amnesty International e Médecins du Monde, nasce con l’obiettivo di smantellare stereotipi e pregiudizi legati ai rifugiati e richiedenti asilo politico. Lo stile di comunicazione scelto da questa rivista di otto pagine punta sul dare ai lettori una rappresentazione dei rifugiati che si discosti da quella solitamente presente nella stampa “classica”. Il “giornale popolare di solidarietà”, così definito dalle organizzazioni che lo sostengono, ha intercettato un’importante questione presente, nel suo risvolto negativo, anche in Italia: i mass media giocano un ruolo fondamentale per la costruzione di un’immagine nell’opinione pubblica. Anche la zona di Bergamo ha conosciuto nel periodo tra il 2007 e il 2010 un’esperienza simile a quella della rivista belga. Il quotidiano l’Eco di Bergamo conteneva infatti un inserto settimanale intitolato “Bergamondo”, un tentativo di presentare, attraverso la stampa e una corretta terminologia, un’immagine positiva (e reale) degli stranieri che vivevano in quel territorio. Nel 2011 Ernesto Calvanese, professore di criminologia presso l’Università di Milano, ha pubblicato i risultati di un suo studio svolto tra il 2005 e il 2008 con il titolo “Media e immigrazione tra stereotipi e pregiudizi. La rappresentazione dello straniero nel racconto giornalistico”. Dalla ricerca si evince che le tre principali testate giornalistiche italiane (“Corriere della Sera”, “Il Giornale” e “la Repubblica”) parlano quotidianamente di stranieri ma in un’ottica prevalentemente di allarme sociale e di conflittualità. Accanto al contenuto, c’è un altro aspetto che ha un ruolo fondamentale nella creazione di un’immagine: il linguaggio usato negli articoli. L’Associazione Carta di Roma è nata nel 2011 proprio con lo scopo di attuare il protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato, nel 2008, dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Recentemente l’Associazione ha recensito una tesi che ha preso spunto dalla ricerca di Calvanese. La tesi, analizzando il linguaggio dei mass media, mette in luce come continui a permanere la tendenza ad associare la figura dello straniero ad una minaccia, attivando nel lettore non critico una sorta di allarme sociale, dando il via a germogli di conflittualità sociali che, una volta nate, difficilmente svaniscono (cfr. www.cartadiroma.org/wp-content/uploads/2014/04/La-tesi-completa.pdf). L’immigrato continua quindi ad essere presentato dalla maggior parte dei mass media, in maniera diretta o indiretta, come portatore di instabilità sociale. In questo senso l’obiettivo del giornale belga è doppiamente importante. Da un lato per l’attività di sensibilizzazione dei lettori e dall’altro per sostenere un modo altro di produrre informazione, ossia di scrivere, da parte dei giornalisti. Già in passato da “Giornalisti contro il razzismo” e dall’agenzia Redattore Sociale partì una campagna di sensibilizzazione verso la categoria dei giornalisti, rimarcando quanto la terminologia usata abbia grande importanza nella comunicazione di un fenomeno. Partendo dal presupposto che la tendenza generale è di prendere per vero ciò che stampa, radio o televisione ci comunicano, il costante utilizzo di un termine scorretto ha un ruolo decisivo per la percezione individuale di un fatto. Usare ad esempio impropriamente il termine “clandestino” evoca, nell’opinione, un’immagine negativa e di minaccia alla propria sicurezza. Stampa e televisione hanno rappresentato per decenni i principali veicoli di informazione, limitando le interpretazioni critiche dei fenomeni. Oggi internet si presenta come un canale di informazioni con molteplici possibilità di approfondimento. All’interno del mondo digitale (ma non solo) la rivista del Gioco degli Specchi vuole anch’essa essere un modo di raccontare i migranti che si allontani dai titoli allarmisti dei quotidiani o dai toni aggressivi delle trasmissioni televisive. Ci sono molti modi per evitare di cadere nella facile negativa generalizzazione. Personalmente amo raccontare le storie di vita delle singole persone; sicuramente uno dei migliori modi per realizzare le sfaccettature di un fenomeno, come quello migratorio.

A questo link è possibile leggere la pubblicazione “Le Bienvenu”: https://lebienvenu.be/ Un'operazione in questo senso ha fatto il CINFORMI l'anno scorso (supplemento n 3 al n. 337 "Trentino" giugno/settembre 2015) e un'altra ne prepara per la Giornata del Rifugiato 2016.