Božidar Stanišić e gli amici del Centro Balducci di Zugliano (UD) ci inviano un saluto e una riflessione, nelle parole di Don Pierluigi Di Piazza:
Dopo venticinque anni di accoglienza di persone immigrate e rifugiate politiche nel Centro Balducci provo profondo dolore per i morti, sdegno per l’immobilismo e ora l’ipocrisia della politica, anche un passeggero senso d’impotenza e vergogna per la disumanità, certo senza mai dimenticare le esperienze positive di accoglienza, nella nostra Regione e in tutto il nostro Paese, quelle che incoraggiano e alimentano le ragioni della speranza. Penso a ciascuna delle persone che affollavano quella barca: pare intorno alle 600 partite dalla Somalia e dall’Eritrea, guardate nel volto, negli occhi e chiamate per nome per un saluto struggente dai loro familiari. Ora un gruppo di loro -155 - si è salvato, per il prodigarsi di un gruppo generoso di persone, in parte anche impedito; 111 sono nelle bare numerate; una vittima è stata identificata ed è così uscita dalla lista dei numeri per entrare in quella degli uomini, però dei morti; tutti gli altri sono in fondo al mare.
Un’impressionante crescita di morti, oltre 20 mila inghiottiti dalle acque del Mediterraneo, un immenso cimitero la cui acqua in questi anni ricomponendosi e nascondendo l’orrore, ha drammaticamente favorito l’anestetizzazione dei cuori e la globalizzazione dell’indifferenza. Insieme al dolore lo sdegno. Chiediamoci da quanto tempo il tema dell’immigrazione, dei richiedenti asilo è stato cancellato dall’agenda politica. Basti pensare all’ultima campagna elettorale: non è stato preso in considerazione da nessuno!
Si consideri ancora la visita di Papa Francesco a Lampedusa: da una parte politica nessun commento di apprezzamento, di accoglimento della sua provocazione; dall’altra parte parole supponenti a dichiarare che un conto è predicare, l’altro è agire in politica, confondendo l’azione con l’immobilismo. “Vergogna… vergogna” ha detto con commozione Francesco.
Vergogna per la disumanità, vergogna perché nel nostro Paese manca una legge organica sul diritto di asilo; perché ci si rifiuta di rivedere la legge Bossi-Fini del 2002, come Fini stesso più volte richiedeva, per la quale, fra l’altro, ci troviamo oggi nell’assurdità che le persone sopravvissute siano incriminate per il reato di immigrazione irregolare (clandestina) e che i civili che hanno prestato soccorso rischino di esserlo per favoreggiamento.
Vergogna perché continua a essere considerato reato dall’agosto del 2009 la presenza irregolare (clandestina) anche nel caso non sia commesso alcun crimine e che addirittura ostacola i soccorsi dichiarandoli favoreggiamento, ed egualmente la logica dei respingimenti in violazione della Convenzione di Ginevra del 1951 e della nostra stessa Costituzione. Vergogna per l’indifferenza, i luoghi comuni, il cinismo che abbiamo lasciato crescere, basterebbe pensare alle parole ascoltate più volte negli anni scorsi nel Consiglio regionale del Fvg e alcune parole volgari di questi giorni nei confronti di Laura Boldrini e Cecile Kyenge. Noi, in Italia accogliamo 1 rifugiato ogni mille abitanti; 9 la Svezia, 7 la Germania; 4,5 i Paesi Bassi. Tante volte, gruppi, associazioni, centri di accoglienza abbiamo sollecitato inascoltati a politica.
Certo la questione è enorme e proprio per questo è urgente affrontarla con passione, intelligenza, competenza. A cominciare dai rapporti con i Paesi di provenienza, impegnandoci a rompere le complicità con il sistema di ingiustizia che impoverisce, di violenza e di guerra incrementato anche con armi prodotte in Italia; con progetti di cooperazione vera; sottraendo le persone che fuggono ai criminali trafficanti di esseri umani; predisponendo una legislazione adeguata a livello europeo e italiano con progetti a immediato, medio e lungo termine per l’accoglienza.
È un impegno immenso, ma prima di tutto è doverosa una coscienza e un’etica dei diritti umani. Senza il necessario salto spirituale, culturale, etico e politico, potrà essere colpevolmente dimenticata anche questa strage.