L'autrice ha adottato la lingua del paese in cui ha scelto di vivere e in italiano ci trasmette questo testo autobiografico in cui ricompone in piccoli quadri la storia della sua famiglia e di tutta un'epoca.La prefazione di Predrag Matvejević ricorda la tragedia del padre morto giovane, dopo aver subito la prigionia a Goli Otok per aver tenuto fede ai suoi ideali, e quindi la materia storica e la vicenda personale; la postfazione di Mia Lecomte ne sottolinea l'espressione lirica che trova del resto conferma anche nella sua attività poetica.A simbolo di questo modo di scrivere citiamo un es
Apparso nella collana i Mappamondi che presenta racconti bilingui scritti da autori immigrati per ragazzi, italiani e non, come ponte tra storie, lingue e culture diverse, il libro racconta la storia dell’autrice, che giovanissima fuggì dal proprio paese, l’Eritrea, per sfuggire alla prigione della dittatura etiopica. Pubblicato per la prima volta nel 1993 è stato riedito di recente. Testo tigrino a fronte.
Da dove vengono le persone che si muovono nelle nostre città? come sono arrivate qui?Questo testo non ha pretese letterarie, è scritto a quattro mani con con Gina Abbate, ma è una pagina preziosa per chi vuole capire, sapere qualcosa di più.Gli stranieri parlano volentieri e raccontano molto a chi li vuole ascoltare. Del loro paese, della loro famiglia, della loro vita di prima. Ma del viaggio no, niente del tutto o ben poco. Qualche accenno, uno schermirsi rapido che sottintende molto.
Una scelta di racconti e poesie scritti in una lingua, la nostra, vissuta come lingua dell’accoglienza. Immagini intense rese in forma originale.Si tratta dell'antologia del primo concorso Eks & Tra.
C'è sempre una statua di tiranno abbattuta con furia felice e bestiale nella rivolta, quella vista di recente in TV, quella del primo romanzo di Ron Kubati, statue di tiranni che affondano come alberi radici nel sangue del popolo (Bashkim Shehu). Nel prologo di questo libro a cadere è la statua dello scià di Persia, una caduta che si ripete (pag.
Racconti italiani: Ventinove racconti sull’Italia, dell’Italia, o dall’Italia?
La raccolta di racconti, o, come recita il sottotitolo, “frammenti di narrativa” dell’autore brasiliano, affronta uno dei temi, quello amoroso, più dibattuti nella storia della letteratura mondiale.
Un ragazzo molto giovane conosce l’amore, anche se proibito dalle consuetudini sociali del suo ambiente. Ma egli è forte, sicuro di sé, vive in un mondo tutto suo pur essendo profondamente legato ai suoi amici d’infanzia. E’ il suo segreto impegno politico, sulle orme del padre e del fratello, che lo rende diverso dagli altri. E’ stata la prova, superata, della tortura, subita da giovanissimo, a renderlo più forte, saldamente unito alla famiglia e al suo gruppo sociale, determinato nelle sue azioni.
Assieme a Mario Fortunato l’autore scrive un diario del suo periodo di clandestinità in Italia: è il giovane laureato tunisino partito per la mitica Italia, senza ben sapere se parte come emigrante o per conoscere il mondo, ma che resta deluso nelle sue aspettative. Dal sud al nord della nostra penisola, da una città all’altra percorre tutte le esperienze dell’immigrato clandestino confinato ai margini della società. Non se ne ricavano solo informazioni sulla vita degli immigrati, ma anche una analisi della società italiana e del suo modo di rapportarsi con gli stranieri.
Poesia dell'esilio, dello sradicamento da ogni tradizione.