Si tratta di nove racconti che danno un'immagine dell'Iran nelle sue tradizioni e nella sua quotidianeità, con squarci surreali e voli poetici. Il rito della veglia funebre; il vecchio pensionato, ancora geloso della moglie, che passa il tempo con il cruciverba; la vecchiaia che fa dimenticare anche l'amatissima moglie, misteriosa profuga russa; la festa, il piacere, le risate di una Città delle giostre e il loro virare in esiti sconvolgenti.
Nell'attuale Eritrea sulle tracce del padre e di una guerra coloniale perduta, alla ricerca di un senso dell'esistenza.
L'antologia curata da Anna Vanzan presenta racconti, memorie e saggi di donne.
Il testo si apre come un giallo: è andata a fuoco una casa e sono arsi vivi due uomini importanti. Vengono arrestate alcune persone le cui vicende si ripercorrono all'indietro nel tempo. Il loro villaggio si è vistosamente trasformato negli anni e gli abitanti un tempo affratellati e compatti nel momento del bisogno sono cambiati. Insieme avevano affrontato un epico viaggio nella capitale per chiedere giustizia e aiuto in un momento di grande siccità in seguito hanno scoperto la falsità delle promesse e la corruzione.
Un testo decisamente insolito.
Il gallo fa l'uovo una volta sola, va presa al volo l'occasione irripetibile. L'occasione di vivere, come si può, arrangiandosi ed aiutandosi, anche quando ci si scontra, con umana simpatia.Un condominio di cinque piani a Casablanca, con i suoi diversi abitanti, una realtà sempre difficile, non certo quella della borghesia francesizzata o dei corrotti e ricchi sauditi.
E' la storia di cinque giovani intellettuali che vivono tra Lagos e Ibadan, il giornalista Sagoe, il pittore Kola, il diplomatico Egbo, lingegnere Sekoni, il professore Bandele. Nella Nigeria postcoloniale questi amici sono i portavoce-interpreti della loro società, ma la complessità del romanzo va al di là di una semplice rappresentazione sociale, di una riflessione sui primi tempi dell'indipendenza.
Otto racconti dall'esilio di Teheran ambientati nell'Afganistan in guerra degli anni '80 e '90.
Sono racconti surreali, in cui non c’è confine tra vita e morte. Pensati in cella d’isolamento, scritti in carcere, in campi di lavoro o di confino, sono stati salvati con ogni possibile sotterfugio fino ai tempi della liberazione: il sollievo nel pensarli ed il grande desiderio di vederli pubblicati sono il tema del primo testo: "Requiem". Nel racconto che dà il titolo alla raccolta gli orrori dell’esistenza si materializzano, gli incubi coincidono con la realtà.
L’ambiente è quello rurale di un villaggio a nord di Gerusalemme, con una natura, alberi ed uccelli, che partecipa essa stessa alla storia come un personaggio. La voce narrante è quella di un bambino, poi divenuto adulto, figlio di una donna taciturna e bella, con una ferita profonda, e di tre padri: un allevatore forte e introverso, un intelligente mercante di bestiame, un romantico sognatore che offre splendide cene al figlio rivelandogli i segreti del passato. E’ un romanzo d’amore (anche quello della sorellastra per la madre del protagonista) di emozioni, di relazioni interpersonali.