La produzione letteraria in una lingua diversa da quella di origine è fenomeno antico che, però, solo recentemente ha assunto caratteri più definiti e proporzioni tali da valere l’attenzione critica ed editoriale.
Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate. Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come sinonimo di "zingari", mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi (oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione romanì.
Si può appartenere a una tradizione senza esserne prigionieri? E si può immaginare la propria identità senza ricorrere alla metafora delle radici?
I sei saggi introdotti dalla curatrice del volume, offrono utili e innovativi spunti di approfondimento su un tema che presso le accademie di tutto il mondo, in particolare nei dipartimenti di italianistica, sta ottenendo crescente attenzione: la letteratura in lingua italiana dei migranti. Gli autori dei contributi sono Graziella Parati, Fulvio Pezzarossa, Silvia Contarini, Daniele Comberiati e Ugo Fracassa.
Questa monografia sull’opera in lingua portoghese e italiana di Julio Monteiro Martins (arricchita da un’intervista esclusiva con l’autore e da cinque suoi racconti inediti) ha lo scopo di riempire un vuoto importante: la mancanza, in Italia, di approfonditi studi linguistico-testuali sugli autori della cosiddetta “Letteratura della migrazione”, che da vent’anni trasforma radicalmente il profilo letterario del nostro paese.
È dai primissimi anni '90 del secolo scorso che le migrazioni di donne, uomini e bambini verso l'Italia iniziano a fare la loro comparsa nella narrativa per ragazzi. Albi illustrati, racconti, romanzi, edizioni per la scuola, che narrano l'esperienza migratoria nelle sue molteplici fasi e sfaccettature: dal viaggio di individui e famiglie in cerca di futuro ai tortuosi cammini di inserimento nella nuova realtà, dalla complessa convivenza multietnica nei quartieri ai conflitti identitari dei figli dei migranti.
La raccolta dei saggi della studiosa del CNR, attiva collaboratrice de Il Giardino dei Ciliegi di Firenze e della Società Italiana delle Letterate, indaga lo sfaccettato tema della scrittura di donne migranti, in una serie di contributi su differenti esperienze di scrittura, a testimonianza dell'eterogeneità e della complessità di tale fenomeno letterario,difficile da inquadrare in rigide griglie, ma che, al contrario, resiste alle stesse e le sfida.
È la pubblicazione della ricerca di dottorato della Sibhatu sull'immigrazione nei media italiani; l'analisi molto documentata si riferisce ai giornali dell'epoca, ma le riflessioni sono purtroppo sempre attuali. I media italiani parlano troppo di cronaca nera, associano sempre l'immagine degli immigrati a fatti criminali, ed uno delle loro colpe peggiori è quello di indicare la persona con la sua origine, contribuendo a marchiare, per un crimine commesso da un singolo, una intera popolazione o gruppo.
La rivista internazionale di studi sulle migrazioni italiane nel mondo, legata al centro di ricerca torinese omonimo, dedica il numero 42 al colonialismo italiano con contributi di storici e letterati volti ad approfondire il tema delle migrazioni e del colonialismo italiani in Africa. La sezione che raccoglie i saggi vede testi di Gian Paolo Calchi Novati, Antonio Morone,Gianluca Podestà, Nicholas Lucchetti, Matteo Grilli, Liliana Ellena, Marie Amelie Bardinet e Simone Brioni.