Perché si continua a parlare di incontri tra culture, di dialogo, di necessità di comunicare? Perché la comunicazione risolverebbe tutti i problemi se da sempre le culture si sono incontrate e mescolate ma anche, altrettanto, scontrate?
Assai significativo il titolo originale di queste breve ed intenso saggio, riedito più volte: “Les identités meurtrières - le identità assassine”, per sottolineare come l'affermazione dell'identità di una persona o di un popolo sia concepita come un monolite, statica e troppo spesso rivolta CONTRO qualcuno, contro l'estraneo visto come una minaccia.
Pubblicato pochi giorni prima della sua morte prematura, questo lavoro risulta una sorta di testamento politico e avrà profonda influenza su capi rivoluzionari e su movimenti di liberazione in tutto il mondo e fin a tempi recenti. È l'opera più conosciuta di Fanon ed è stata concepita come un manifesto per la lotta anticoloniale, la liberazione nazionale e la creazione di forti stati che vincano i pericoli del neocolonialismo.
Ripercorrere il cammino incerto e faticoso di un dispositivo coraggioso e creativo come la mediazione interculturale, porta inevitabilmente a riflettere sui mutamenti avvenuti lungo due decenni nell’immigrazione, nei servizi e nelle comunità, nelle politiche di integrazione, nella pratiche interculturali, nelle professioni del sociale, nel dibattito sul multiculturalismo. Come essi hanno cambiato e cambiano la mediazione? Qual è stato il contributo dei mediatori e delle mediatrici al cambiamento? Che tipo di mediazione si è realizzata nelle pratiche?
Il direttore di “Famiglia cristiana” esamina con realismo la situazione che si è venuta a creare in Italia negli ultimi anni in relazione agli immigrati. Considera e commenta i dati forniti dagli importanti dossier annuali della Caritas, si riferisce alle interviste ed ai reportages apparsi di recente sulla rivista che dirige.
Proponendo un percorso attraverso testi letterari di autrici e autori italiani del primo Novecento (Bacchelli, Flaiano, Marinetti, Pascoli e Tobino) e contemporanei (Capretti, Dell’Oro, Ghermandi, Magiar, Makaping e Ramzanali Fazel), questa raccolta di saggi indaga i rapporti tra la storia della presenza coloniale italiana in Africa e la condizione di soggetti che, nel contesto globale, transitano tra la terra d’origine e l’Europa, la terra degli ex colonizzatori.
Il volume, scritto a quattro mani con Matteo Sanfilippo, offre una ampia panoramica del fenomeno migratorio nel mondo: si tratta di un tema di fatto incontenibile, ma il pregio del volumetto di Carocci non sta certo nella pretesa di esaustività quanto nella volontà di fornire una ampia bibliografia per chi volesse approfondire il tema. Spazio è dedicato anche al fenomeno italiano e europeo, inteso sia nel suo movimento storico di emigrazione che in quello attuale di immigrazione.
Esodi. Flussi imponenti di migrazioni che vedono milioni di persone fuggire dal territorio in cui sono nate per cercare rifugio altrove. È quanto avvenuto durante e dopo la seconda guerra mondiale in tutta Europa.
Nel panorama della letteratura migrante, la produzione maggioritaria (e con maggior visibilità mediatica) è quella dedicata agli adulti. Vi è però anche un corpus di opere narrative per l’infanzia ancora in attesa di analisi e riconoscimento: è un terreno del tutto inesplorato
Il volume scritto a quattro mani da Mauceri e Negro (http://www.ilgiocodeglispecchi.org/libri/autore/negro-maria-grazia) tratta il tema dello straniero nella letteratura dell'immigrazione dai suoi esordi al 2008 e in quella italiana contemporanea dello stesso periodo. Si traggono interessanti riflessioni sulle visioni reciproche - di italiani e stranieri - dell'immigrazione che aiutano a riflettete su pregiudizi e stereotipi presenti nell'immaginario - appunto- collettivo che la letteratura spesso riflette.